La recensione su Le Roi Soleil

di alan smithee

4 stelle

CINEMA OLTRECONFINE / FESTIVAL DI CANNES 78 : SEANCE DE MINUIT

Poco distante dalla storica dimora di Re Luigi XIV, ovvero la reggia di Versailles, sorge un umile baretto come tanti, conosciuto come Le roi soleil.

Un mattino come tanti, mentre un burlone fugge seminudo dalla reggia e vi si rifugia, un anziano cliente abituale scopre di aver vinto una cifra enorme alla lotteria: in mano il biglietto non lascia spazio a libere interpretazioni. Poco dopo, approfittando della meraviglia del vincitore e di chi lo circonda, un poveraccio ne approfitta e, sottratta l'arma ad un vigile, minaccia il proprietario del biglietto, costringendolo a farsi consegnare il prezioso foglio di carta. In una colluttazione, proprio l'anziano possessore della vincita viene gravemente ferito da un proiettile, e si dilegua.

Restano tutti gli altri: titolare e clienti, a decidere che fare: denunciare l'episodio od occultare Il corpo e spartirsi una somma che, anche divisa in tre dieci persone, resta comunque una cifra in grado di sconvolgere positivamente le esistenze di quelle persone?

A questo punto il film, non proprio originale, ma degno di un certo interesse, cambia registro e si sviluppa su un piano metà-narrativo in cui I vari personaggi diventano gli autori e protagonisti ognuno della propria storia, sfuggendo alle strutture di genere tradizionali e trasformando il film in un arzigogolato mosaico di racconti, attraverso il quale probabilmente il regista Vincent Maël Cardona si prefigge di sviluppare una sorta di morale sociologica e storica, basata sulla circostanza, ampiamente verificata anche in altre circostanze meno eclatanti, che spesso i personaggi di azioni o situazioni diventino una sorta di burattini di un destino più grande di loro, a tutti gli effetti non controllabile dalle loro azioni, disegno di un caso superiore in mano a chissà chi.

Fatto sta che questo Le roi soleil, pur forte di un cast che comprende attori navigati come la star francese Pio Marmai o la portoghese sofisticata Maria De Medeiros, metta da parte clamorosamente la serie di intrighi noir da cui era partita, utili a trasformare la storia in uno "slasher" contemporaneo piuttosto intrigante, in un guazzabuglio fuori controllo incentrato a dimostrare o confutare come il destino e l'arroganza umana guidino, condizionino e compromettano spesso le azioni dei singoli, fino alle più insolite e spesso tragiche o beffarde conseguenze.

Una svta originale, certamente, in capo ad un noir troppo lambiccato che finisce per eccedere in ambizione, non riuscendo a dare ciò che poteva promettere in premessa.

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