Regia di Zach Cregger vedi scheda film
armi senza fine; mai senza armi; una riserva infinita di armi, che nascono e crescono; però poi servono i nemici, ma anche quelli si trovano; oppure si inventano; si costruiscono; giorno per giorno, quelli che non ti piacciono, che ti deridono, che ti ignorano
che gran film questo WEAPONS, una insana, pazzesca, grottesca financo comica rappresentazione dell'america come il suo popolo l'ha voluta e ricercata, salvo poi rimanerne invischiata con entrambi i piedi.
sfacciatamente, siamo di fronte a quell'orrore a cui stiamo assistendo da quando il carro mascherato è risalito al potere a suon di boutade su cui ridevano tutti, ma che gli ha fatto rivincere le elezioni.
risalito al potere sta vendicandosi di tutto e di tutti senza distinzione alcuna, senza vergogna, pudore o deriva alla farsa più becera.
alle 2:17 quasi un'intera classe di ragazzini sparisce; le telecamere dei citofoni delle case riprendono i loro figli che mimando un giochino con le braccia allargate, fuggono nel buio scomparendovi, inghiottiti letteralmente.
la maestra arrivata in classe, la trova vuota, tranne uno.
da questo incipit, con tanto di voice over, di volta in volta assistiamo al punto di vista dei vari protagonisti coinvolti di questa piccola cittadina di provincia.
la maestra accusata dalla folla di genitori inviperiti che l'accusano di aver fatto o detto qualcosa ai loro figli, insistendo giustamente, e stoltamente e ciecamente di avere risposte da lei.
il genitore che sta impazzendo al pensiero di aver perso il figlio; il poliziotto coinvolto in un incidente che potrebbe costargli il posto dopo aver fermato un tossico che stava cercando di forzare una serratura.
i forconi sono pronti e con esse le torce, in un'istituzione dove per una maestra è inappropriato e pericoloso, abbracciare un bambino che non sia il suo, parlarci per sapere se tutto va bene o accompagnarlo a casa in macchina.
questo dramma sociale, spennellato di torve sfumature thriller e abbagliato stroboscopicamente da lampi horror con sfumature folk gothic, è un viaggio allucinato a cui si fa sempre più fatica a credere, perchè è già tutto sotto i nostri occhi.
non può essere, ma è qui!
non è giusto, ma non importa, è già qui!
sorridi e ridi su fatti assurdi che dovrebbero solo muovere all'indignazione, e invece, già fatto!, è già tutto qui.
è un film in crescendo, che non smette di salire e che non smette di stupire e di funzionare dannatamente, perchè succedendo e sta "unzionando dannatamente bene; è già qui.
l'isteria pompata a mille su cittadini che votano, che diventano aggressivi girando su pickup più grandi delle loro case, comprati probabilmente con carte di credito che servono a pagare i debiti delle precedenti carte di credito e con ventri debordanti reggono mitragliatori da combattimento, urlando, sbavando e berciando senza ascoltare nulla.
una rabbia cieca, vuota, infetta che nasce da una ferita ad un'orecchio di un attentatore "distratto", e spinge chi ne è infetto a correre urlando a distruggere l'altro.
chiamalo incantesimo, chiamala maledizione, chiamala manipolazione, chiamala come vuoi, ma intanto funziona.
è una stregoneria cha nasce dal puritanesimo più violento e abbietto, che grazie al sangue vecchio e marcescente di questa presenza che appare sempre più freneticamente durante le due ore e otto minuti di durata, prima come immagini subliminale, poi come sapienti colpi di shock e infine come vecchina eccentrica che fa la finta rincoglionita, si insinua nella società e la contamina con i suoi umori corrotti da un rancore atavico quanto senza significato.
è lì da vedere; un vecchio viso solcato da rughe secche, bramoso solo di spargere pestilenza nelle teste di coloro che credono che siano le armi e il possederle, a rendere una nazione grande.
diamo loro i germi di una finta grandeur nazionale, quando ad interessare a quegli occhi cisposi e a quella bocca decrepita, cattiva e imbellettata come una vecchia puttana sifilitica, interessa solo del sangue giovane , per poter creare un esercito di rabbiosi finti patrioti.
non ero pronto ad un film così estremo.
forse mi aspettavo un dramma sociale sulle armi, ma non avevo letto nulla di questo film.
un film che non ha paura di dire le cose come stanno; di raccontare gli stati uniti d'america e conseguentemente anche il resto del mondo che sta ad aspettare cosa decide per poter agire o reagire.
non ha paura di sporcarsi con lo splatter estremo; di sporcarlo nel grottesco e nel comico senza perdere un milligrammo della sua carica sociale e antropologica; non ha paura di rischiare un horror di più di due ore senza perdere un attimo il ritmo e la tensione.
i posseduti da questo rito voodoo, hanno una carica di furia aggressiva nei loro occhi spenti e contagiati, che si ha paura.
questa società americana vecchia, bolsa, malata, contagiata e contagiosa, avida, alienata, crudele e insensibile che si riempie la bocca di patria, famiglia dio e figli, i propri figli li divora ma ne spreca le carni, risputandoli per abbandonarli senza curarne.
finale per niente consolatorio.
attenzione a GLADYS
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