La recensione su Material Love

di alan smithee

3 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Lucy si occupa professionalmente di affari di, cuore: in una New York in cui per sposarsi è necessario ricorrere ad un curriculum vitae, ella aiuta i suoi clienti a sposare l'individuo che, almeno nelle intenzioni idealizzate e teoriche, si trasformerà nell'amore di una spesso molto programmata vita.

Dopo aver celebrato il nono matrimonio professionale della sua appena intrapresa carriera di imprenditrice matrimoniale, Lucy conosce Harry, uomo ricco, bello, gentile: praticamente l’uomo dei sogni.

Così perfetto da tenere per sé, dopo che sono trascorsi mesi e mesi dalla sua precedente, intensa ma sfortunata relazione.

Celine Song, Dakota Johnson, Chris Evans

La stessa sera, però Lucy rincontra John, il suo ex fidanzato, attore quarantenne bello ma squattrinato, il rapporto col quale è terminato tra i rimpianti e le recriminazioni.

Mentre Harry cerca di conquistare Lucy invitandola prima a cena e poi a casa sua a bere qualcosa, la giovane donna non può fare a meno di provare nostalgia verso il suo precedente amore che, per quanto imperfetto, si rivela, sin dalle premesse anche fisicamente ingannevoli di Harry (vedere per comprendere), la soluzione ideale per riuscire a trovare una suzione sentimentale per se stessa, e non solo più per una soddisfazione a livello professionale.

C'era una certa attesa al varco ad accogliere l'attesa opera seconda della regista sudcoreana naturalizzata canadese e residente negli Usa, Celine Song, dopo gli, apprezzamenti generali ottenuti con il suo delicato esordio avvenuto nel 2023 al Sundance con la commedia sentimentale metropolitana Past lives.

Se la vicenda sentimentale complessa e sparpagliati nel tempo che caratterizzava questo brillante ed aggraziato film d'esordio si faceva apprezzare soprattutto per la freschezza dell'approccio, per la tenerezza e la dolcezza, la grazia che caratterizza la narrazione, evitando con determinazione di inzaccherarsi in situazioni sdolcinate e mielose, e restando concentrata sulla felice definizione dei due personaggi antitetici protagonisti saldamente vincolati l'uno all'altra, non così si può dire per questa insipida e scontata nuova commedia sentimentale.

Che discetta sulla tendenza a contrattualizzare il sentimento amoroso e a legarlo a riti e attività di supporto, tra il professionale e il sociale, che ne sviano la spontaneità di fondo necessaria e indispensabile, ma si rivela come una storia banale, tutta vezzi e moine fastidiosissime.

I tre attori protagonisti, più belli che bravi (Dakota Johnson, Pedro Pascal, e Chris Evans, alla fine il migliore dei tre), si adeguano al registro un po' banale, un po' meccanico della storia, ma il livello di stucchevolezza più kitsch il film lo tocca nella scena iniziale e finale in cui, nel rappresentare il primo atto romantico posto in essere da una coppia primitiva, finisce per mettere in scena una situazione così grottesca che pare uscita da Arrapao di Ciro Ippolito (con l'uomo primitivo al posto dei pellerossa), priva tuttavia dello sferzante sarcasmo d'accatto di quest'ultimo folle film.

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