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A House of Dynamite

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su A House of Dynamite

di ANdaMI
7 stelle

locandina

A House of Dynamite (2025): locandina

 

Quarto film bellico diretto dalla premiata regista Kathryn Bigelow, dopo K-19 (2002), The Hurt Locker (2008) e Zero Dark Thirty (2012), A House of Dynamite è stato distribuito in poche sale selezionate, per poi approdare su Netflix. Presentata in anteprima alla 82esima Mostra del cinema di Venezia, la pellicola immagina le più alte autorità militari e politiche americane impegnate a contrastare un missile nucleare di sconosciuta provenienza che punta dritto su Chicago. Del cast fanno parte, tra i tanti, Idris Elba, Rebecca Ferguson, Gabriel Basso, Jared Harris e Tracy Letts. La sceneggiatura è merito di Noah Oppenheim, che ha anche co-prodotto il film insieme alla regista stessa e a Greg Shapiro.

 

La Bigelow, particolarmente pessimista (o forse, semplicemente, realista), mette in scena una paura che non ha più abbandonato il mondo degli uomini dai tempi della Guerra fredda: quella della bomba atomica. La micidiale arma di distruzione di massa non ha mai smesso davvero di alimentare gli incubi di tutti i cittadini del pianeta, americani compresi. Forse abbiamo pensato ad altro da quando la contrapposizione USA - URSS è venuta a mancare. Ci sono stati altri temi caldi, altre preoccupazioni maggiormente chiacchierate nei vari media. Eppure, periodicamente la Corea del Nord finiva in prima pagina per i suoi test missilistici, il presidente russo minacciava di ricorrere alla bomba per spazzare via i suoi avversari, persino Israele (o qualche suo ministro pazzo) ha invocato sottovoce il suo utilizzo. Ed ogni volta, il terrore era sempre pronto a riemergere. Questo perché la minaccia dell'ordigno nucleare è ancora maledettamente viva e tutti ne hanno giustamente timore. Consapevole di ciò, Kathryn Bigelow ha dato vita ad un thriller che, pur poggiando interamente su persone che parlano del da farsi, correndo a destra e manca e sobbalzando ad ogni nuovo sviluppo, non smette mai di generare tensione. E questo nonostante la struttura narrativa adottata, che sostanzialmente non fa che raccontare lo stesso evento da prospettive diverse, una delle quali è nientepopodimeno che quella del presidente in persona. Non importa quante volte lo racconti, il fatto ti tiene sempre con il fiato sospeso e, considerato il genere di film e la tematica, direi che l'esame è stato superato pienamente. Certo, nessun personaggio è mai realmente approfondito, nonostante le valide performance attoriali, ma l'umanità dei soggetti emerge comunque, dimostrando come persino coloro che reggono le sorti del mondo abbiano famiglie, amici e affetti vari che intendono proteggere. Fotografia, regia, montaggio e musica sono tutti strumenti essenziali del cinema, qui ben utilizzati per rendere bene l'idea di una casa fatta di dinamite in cui, disgraziatamente, abitiamo tutti.

 

Il film è stato addirittura preso di mira dal Pentagono, che ha asserito che quanto mostrato nel film non sia affatto possibile. Di contro, Noah Oppenheim ha difeso il suo lavoro e quello della Bigelow ribadendo l'accuratezza del girato. Che le procedure burocratiche, i termini utilizzati e i sistemi impiegati siano realistici o meno o che una situazione di questo genere sia davvero plausibile non spetta a me stabilirlo. Quello che posso dire, però, è che quanto scorre su schermo è assolutamente credibile (anche se finzionale) e coinvolgente, in ogni momento. Inoltre, non ha importanza se in caso di attacco nucleare le alte cariche governative si comporterebbero in modo simile agli attori del film. Quello che ben evidenzia A House of Dynamite è che nessuno di noi vorrebbe scoprirlo di persona. Questo è il messaggio che passa grazie all'intrattenimento tragico e catastrofico della pellicola e tanto mi basta per consigliarla caldamente.

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