Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Fa parte della già folta schiera di quei film in particolare newyorkesi, ambientati ormai già "d'epoca" negli anni novanta, qui alla fine(1998), quando il quartiere del Bronx stava cambiando pelle e diventando attrazione di serate per benestanti, con i soliti ristoranti alla moda e locali notturni, simboli di questo tipo di trasformazioni. Per chi ama New York anche alla fine del suo più bel periodo cinematografico di decadenza e degrado- ben esplicato negli interni di appartamenti sbrecciati e nei bar malmessi-dei '70-'80, il nuovo film di Aronofsky può risultare visivamente molto piacevole, così ben ambientato e fotografato. Addirittura cerca di restituire una certa grana della pellicola grazie ai software delle ultime macchine da ripresa Sony(produce la Columbia Pictures), per ricreare il più possibile una uniformità estetica con i film di 25-30 anni fa. Narrativamente siamo nell'area che ha come titoli di riferimento scontati "Fuori orario" di Scorsese (c'è persino in una piccola parte Griffin Dunne), e ''Tutto in una notte" di Landis, vuoi pure per gli immancabili violenti mafiosi ucraini o russi che irrompono pure qui nella trama, ma con molta meno-fortunatamente- vicinanza alla commedia pura di quanto il film lascerebbe pensare dai manifesti, dalla trama e dai personaggi. E' apprezzabile il fatto che Aronofsky si smarchi un pò seppure molto blandamente e "coperto" da una certa caratterizzazione "pulp" dei personaggi(i due spietati sicari professionisti ed ebrei ortodossi, nerovestiti con le barbe le treccine e i cappelloni , interpretati da Liev Schreiber e Vincent D'Onofrio in particolare), facendo dei veri cattivi della intricata storia- tutti a caccia dei soliti borsoni pieni di milioni in banconote-,una poliziotta nera chiatta(Roman/Regina King) che all'inizio fintamente pare voler aiutare il protagonista Butler/Hank Thompson, e appunto i due ebrei che alla fine ben si pentiranno "di aver fatto guidare il gentile".
Butler che però non è così incisivo nella parte dalle molte sfumature come si legge da molte parti, ma pare uno dei tanti giovani bellocci e un po' anonimi, beniamino per le nuovissime generazioni. Un abbastanza onesto dati i tempi, film di genere, che cerca soltanto di svolgere la sua funzione di intrattenimento con inseguimenti automobilistici e a piedi, incidenti stradali ricorrenti nei peggiori incubi, struttura a flashback, fulminee e feroci sparatorie per locali notturni e discoteche di slavi, come di svolgere il suo lavoro senza essere schiavo dei soliti codici narrativi di oggi pieni delle ben mostrate insegne di propaganda. Non è già poco e gli fa guadagnare perlomeno una ampia sufficienza.
Non eccezionale il doppiaggio italiano con le solite voci di oggi un po' dozzinali e che fanno velocemente tutto loro, un po' troppo.
Trama come detto intricata ma senza particolari esagerazioni che la rendano mai troppo irrealistica o stucchevole. Ambientazioni continue da tuffo al cuore di New York, come il lungo inseguimento al Flushing Meadows Park, fino al Citi Field, il mitico stadium dei Mets tra i tifosi nel pieno di una loro partita, mentre il protagonista e la madre(che sentiamo per tutto il film soltanto per telefono e vediamo in un cameo di pochi secondi, soltanto sui titoli di coda interpretata da Laura Dern), sono tifosi sfegatati dei Giants per il football americano.
Per chi apprezza i felini, il gatto Bud pur senza fare praticamente mai nulla come quasi tutti i gatti, sballottato testimone in una borsa dei fatti, non si farà ricordare certamente come il Tonto di Harry/Art Carney, ma è un degno supporto co-protagonista, che si prende pure gli animati titoli di coda a Tulum.
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