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I porno amori di Eva

Regia di Giorgio Mille, Claudio Perone vedi scheda film

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La recensione su I porno amori di Eva

di mm40
2 stelle

Eva è un’adolescente graziosa e inesperta, mandata dai genitori in vacanza nel campeggio dello zio. La ragazza viene approcciata dalla fauna maschile locale (e non solo: anche la cugina la reclama insistentemente), ma fatica a lasciarsi andare a causa di una violenza subita poco tempo prima.

 

C’è chi sostiene che I porno amori di Eva sia la primissima pellicola a luci rosse mai sbarcata in sala nel Belpaese; siamo d’altronde nel 1979 e la censura si sta allentando sempre più: dopo un decennio di commedie sexy e pruriginose in ogni salsa, tutto è pronto per la diffusione del cinema hard presso le masse (maggiorenni). Se così le cose stessero, dunque, è a Giorgio Mille che spetterebbe l’onore e l’onere di aver fatto da pioniere del genere in Italia, sfruttando lo pseudonimo anglofono di George Miller; la pellicola a ogni modo è stata distribuita anche nella versione ‘softcore’, epurata in buona sostanza dalle scene propriamente pornografiche. Ed è questa la versione attualmente reperibile su YouTube, in qualità peraltro molto buona; da salvare però, oltre alla qualità del file, c’è comprensibilmente pochetto. Una trama pretestuosa, dialoghi facilotti o semplicemente beceri, personaggi stilizzatissimi e un maschilismo di fondo imperante nella sceneggiatura di Giustino Caporale: il titolo prometteva un intrattenimento indubbiamente misero, ma il risultato finale riesce ad arrivare persino più in basso di quanto ci si potesse aspettare. Le scene di nudo – rigorosamente femminile – valevano il prezzo del biglietto all’epoca e rimangno ancora oggi l’unica nota di colore in un lavoro altrimenti davvero spento e innocuo. Eleonora Green, che non proseguirà a lungo la carriera da attrice, è la protagonista del film; al suo fianco tra gli altri vediamo Zaira Zoccheddu, Spartaco Battisti, Rodolfo Licari, Claudio Perone e Guia Lauri Filzi, futura diva delle luci rosse. Allegrotte e sopra le righe le musiche di Gino Peguri. 2/10.

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