Regia di Orson Welles vedi scheda film
Il Macbeth di Welles è una lettura radicale e potente dell'opera, che trasforma il dramma shakespeariano in un'esperienza viscerale e psicologica, esplorando come il desiderio di potere corrompa l'anima e porti alla rovina, un tema universale reso con un linguaggio cinematografico innovativo e vigoroso.
Welles accentua il desiderio di potere innescata dalle streghe, e il Macbeth da eroe nobile diventa un tiranno sanguinario, e viene mostrata la sua discesa nel male non solo dal punto psicologico, ma anche visiva. Le streghe e le visioni (come il pugnale insanguinato) sono dominanti, e rappresentano il conflitto tra libero arbitrio e destino e la crescente instabilità mentale dei protagonisti. La violenza viene mostrata in maniera molto esplicita, ed è anch'essa centrale; il sangue diventa la metafora della colpa indelebile che macchia la coscienza di Macbeth e Lady Macbeth, portandoli alla follia e al suicidio, un elemento reso con immagini potenti.
Welles crea un'atmosfera opprimente, quasi da incubo, con scenografie austere, luci drammatiche e suoni intensi, che riflettono la "sporcizia" morale e la depravazione interiore dei personaggi. La tragedia esplora il male come condizione umana materiale e psicologica, priva di redenzione trascendente, rendendola atemporale e universale. La famosa scena del lavaggio delle mani diventa il fulcro visivo della sua colpa, mostrando il rimorso che la consuma e la porta alla pazzia e alla morte.
La regia di Welles è magistrale, e utilizza angolazioni di ripresa insolite, ombre profonde e spazi angusti per riflettere lo stato d'animo tormentato dei personaggi, anticipando tecniche cinematografiche future. La sua interpretazione è meno un dramma storico e più un'indagine sulla psiche umana, sull'ossessione e sulla fragilità della sanità mentale di fronte all'ambizione. La sua visione del Macbeth è cruda, quasi primitiva, spogliando l'opera di elementi classicizzanti per sottolineare la brutalità della Scozia medievale e la barbarie insita nell'uomo. Capolavoro assoluto del cinema, e secondo me la migliore trasposizione cinematografica dell'opera di Shakespeare.
Macbeth (1948): Orson Welles, Jeannette Nolan
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