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L'ultimo turno

Regia di Petra Biondina Volpe vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo turno

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Floria è una capo infermiera che, arriva in ospedale con i mezzi pubblici. Si cambia chiacchierando con le colleghe riguardo il tempo di riposo trascorso fra una visita allo zoo, le faccende domestiche e la crescita dei figli, tutto questo prima di essere tutte risucchiate in un vortice senza sosta nel quale due sole infermiere, e una tirocinante, dovranno gestire ogni emergenza. Ogni richiesta di famigliari e degenti. Spostandosi senza sosta da un piano all’altro, per trasportare in sala operatoria i vari pazienti e somministrando loro anche i pasti diversificati a seconda della copertura dell’assicurazione medica. Sempre con il rischio incombente di commettere errori. Scordarsi qualche richiesta o medicinale, o, ancor peggio, allergie.

 

Arrivata al suo terzo lungometraggio, l’autrice Svizzera Petra Volpe, dopo Contro l’ordine Divino (Die göttliche Ordnung; 2017) commedia agrodolce dedicata al tema del suffragio universale femminile, dirige un altro film di denuncia che ancora una volta riesce a candidarsi per la corsa all’Oscar in qualità di film straniero. In tal caso siamo al centro di un classico Medical Drama senza però casi da risolvere, ma con il chiaro intento, evidenziato fin dal titolo: Heldin (trad.: eroina), di sensibilizzare il pubblico al difficile ruolo al quale sono costretti gli infermieri e tutto il corpo sanitario, ovvero coloro che solitamente, durante il periodo COVID, erano classificati, per l’appunto, come eroi. Eroi che una volta indossata la divisa devono riuscire sempre a far fronte alla claustrofobica centrifuga di eventi alla quale possono essere sottoposti e sempre senza perdere la pazienza o la concentrazione. Esattamente come accade a Floria, impersonata in maniera ansiosa e determinata dalla trentaquattrenne attrice tedesca Leonie Benesch, divenuta celebre per il ruolo di protagonista anche de La sala professori (Das Lehrerzimmer; 2023); altra pellicola accomunabile a questa per i numerosi temi di denuncia che sfilano davanti agli occhi di chi guarda.

 

La pellicola, girata quasi completamente in un lungo piano sequenza, segue tutte le peregrinazioni della protagonista che riesce a offrire uno sguardo in soggettiva sulla giornata folle di un’infermiera seria, preparata, ma non per questo infallibile. La Volpe dirige offrendo uno spaccato credibile di un turno di lavoro massacrante a causa sia della gravità dei casi, ma anche di coloro che popolano i corridoi degli ospedali, non importa se pazienti, dottori, o semplici famigliari in visita.

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