Regia di Petra Biondina Volpe vedi scheda film
L'ultimo turno (2025): locandina
Coproduzione svizzero-tedesca, la pellicola diretta e sceneggiata da Petra Biondina Volpe racconta una storia tanto semplice quanto realistica. Per novanta minuti scarsi veniamo catapultati nella giornata lavorativa di Floria Lind, un' infermiera che presta servizio in un ospedale del cantone tedesco e che è stata assegnata all'ultimo turno della giornata. La giovane dovrà occuparsi di svariati pazienti potendo contare sull'aiuto di sole due colleghe, più un' inesperta ma volenterosa tirocinante. Il ruolo da protagonista è ricoperto dall'attrice amburghese Leonie Benesch, divenuta molto nota dopo aver preso parte al film, candidato all'Oscar, La sala professori (2023).
L'ultimo turno ha ben poco di fantasioso. Pur ricorrendo a nomi inventati, le vicende che descrive potrebbero tranquillamente essere quelle di un qualunque ospedale europeo, perfino svizzero, paese la cui reputazione sanitaria lo precede. La macchina da presa, magnificamente orientata dal buon gusto della regista, si muove con eleganza, precisione e scioltezza tra le camere dell'asettica clinica, mostrandoci i numerosi pazienti a cui l'infermiera dovrà badare. Ricchi e poveri, nativi e stranieri, giovani e vecchi, simpatici e antipatici, soli o accompagnati. Non manca nessuna categoria antropologica o sociale, come a ricordarci che, di fronte alle sofferenze del corpo, siamo tutti uguali, bisognosi di assistenza in istituzioni sanitarie a carico dello stato (il privato è per pochi e, comunque, non garantisce matematicamente la guarigione). Purtroppo, il personale non basta e l'enorme carico di lavoro rende la vita difficile ai lavoratori in camice. Per tutto il film vediamo la (bravissima) Leonie Benesch districarsi tra gli infiniti impegni, correndo da una stanza all'altra, da un malato all'altro, lottando contro il tempo per assecondare le esigenze di tutti, anche quelle più insignificanti. La vediamo prendersi cura di tanti personaggi, ognuno con le sue storie, il suo carattere e i propri affetti. Alla fine della visione, ci sembra di conoscerli tutti da una vita, proprio come la protagonista. Il ritmo frenetico e l'accavallarsi degli eventi trasmettono continuamente interesse, empatia e, nei momenti di massimo climax, anche angoscia, tristezza e tenerezza. È un lavoro duro questo, reso quasi impossibile dalle condizioni precarie che il film puntualmente denuncia. L'infermiere è un lavoro fondamentale ma troppo spesso mal pagato, eccessivamente stressante e poco valorizzato. Queste problematiche dovranno essere risolte al più presto, perché in gioco c'è la vita nostra e dei nostri cari. La protagonista è una sorta di figura idealizzata di questa professione. Sempre allegra, sorridente, gentile e disponibile, nonostante la fatica continua. Non la si vede mai mangiare, bere o andare al bagno. Lei lavora e lavora, fa il possibile al suo meglio e ama ciò che fa. Questa tipologia di lavoratore perfetto non serve a rendere divina una professione (anche perché non tutti saranno necessariamente così capaci) bensì a farci capire che se persino una brava infermiera come la protagonista lavora fino allo stremo in un ambiente prossimo al collasso, allora qualcosa, nel sistema, sta smettendo di funzionare. L'ultimo turno è una sublime critica del malfunzionamento sanitario, non Svizzero, non europeo ma addirittura mondiale. Anche senza indicare un colpevole (il film non punta il dito d'accusa contro nessuno in particolare), la situazione è resa al massimo della chiarezza, con un'attrice principale in forma, un bel montaggio, un'ottima fotografia e una sceneggiatura immersiva. Un film reale e drammatico al tempo stesso, proprio come la situazione in cui ci troviamo. Qualcuno doveva dirle queste cose, anzi mostrarle e Petra Volpe con il suo bellissimo L'ultimo turno lo ha fatto. C'è solo da imparare da questo film. Imparare a portare rispetto ad una nobile professione e imparare che se non iniziamo a lamentarci e ad agire per risolvere un problema grave come questo, ne pagheremo tutti le conseguenze, forse molto presto.
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