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Cadet

Regia di Adilkhan Yerzhanov vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Cadet

di alan smithee
7 stelle

locandina

Cadet (2024): locandina

TOHORROR FILM FEST 25 - IN CONCORSO

Una giovane madre vedova di nome Alina, viene assunta come insegnante presso una rigida scuola per allievi militari e tenta di iscrivere nella medesima struttura anche il proprio figlio Serik.

I posti sono in realtà esauriti, ma il suicidio di una matricola, gettatasi da un balcone in circostanze poco chiare, permette al ragazzo di essere accettato.

Entrato nei ranghi di una scuola dai programmi duri, inflessibili, e a contatto con compagni duri e poco portati a aiutare chi non riesce ad adattarsi, Serik, sensibile e di carattere ed attitudini ben pocol marziali, sibritrova subito ghettizzata, bullizzato, deriso e angustiato dagli atteggiamenti aggressivi dei compagni.

Giudicato non idoneo a quell'ambiente, il ragazzo, anziché ricevere solidarietà da insegnanti e adulto, viene respinto dal corso. 

Ma le conoscenze della madre, unita alla sua ostinazione che non tire conto delle reali attitudini del figlio, fanno sì che lo stesso venga reintrodotto.

scena

Cadet (2024): scena

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Cadet (2024): scena

Ma in quella scuola-caserma posta in un luogo inospitale e climaticamente ostile al confine con Uzbekistan e Kirghizistan il male ritorna, presentandosi puntuale a intervalli regolari, come una malattia contagiosa che infetta senza discernimento e miete vittime, al cospetto di anime svuotate di ogni umanità, riempite di ideali vaghi e senza costrutto, all'interno di un apparato militare dalla struttura kakfiana, bolsa, ove dilaga corruzione e clientelismo e le verità misteriose si celano dietro silenzi raggelati e una omertà ottusa.

Una fortezza ove la disumana inflessibilità di regole mitari fuori da ogni logica di vita razionale hanno la meglio su logica e discernimento, convivono in modo perfetto i fantasmi e gli spettri di una macchina sovietica fatta di soprusi, violenze e machismo fine a se stesso, che altrove si sono estinti, ma qui trovano terreno fertile per sopravvivere ad un mondo che, per fortuna, altrove cambia e li disintegra con la razionalità e la coscienza.

scena

Cadet (2024): scena

Questo Cadet, del regista kazako Adilkhan Yerzhanov, spende tempo ed atmosfere per porre innanzi una riflessione acuta sulla violenza di regime, sul machismo tossico insegnato come una materia scolastica.

Elementi deviati, prevaricanti, che annientano la razionalità e mortificano la capacità di discernimento, fino ad annientarla, o eliminando chi la preserva e la ostenta come un diverso che non sa omologarsi.

Cadet è in film di atmosfere ratefatte e molto ben studiate, di sensazioni percepite, più che vissute, di pathos e manifesta l'idea dell'orrore anziché rappresentarlo, con la valida collaborazione di sfondi architettonici austeri, freddi, di stampo brutalista, perfettamente coerenti con la totale mancanza di sentimento che regna incontrastata tra le gelide mura spettrali dell'accademia.

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