Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film
Un valido ritratto della vicenda di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, anarchici italiani condannati nella puritana America degli anni '20 per un omicidio mai commesso
Nel raccontare la vicenda di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, anarchici italiani ingiustamente condannati per un omicidio mai commesso nella Boston del 1920, Giuliano Montaldo segue un approccio forse un pò troppo didascalico ma comunque efficace nel restituire il clima di caccia alle streghe di un'America puritana e severamente repressiva verso tutto ciò che fosse avvertito come una minaccia esterna alla sua integrità, dal comunismo all'anarchia fino alle indiscutibili ingerenze mafiose. E siccome, figlio anche di un certo razzismo di fondo, un italiano per di più anarchico era in fin dei conti un bersaglio facile e quasi scontato, era inevitabile che i due venissero stritolati in un ingranaggio giudiziario che Montaldo restituisce con precisione ed attenzione alla realtà dei fatti processuali. Dispiace solo un pò, da fan di Gian Maria Volontè, vederlo giustamente inbrigiato in un personaggio che solo nella bella invettiva finale davanti alla corte mostra tutte le sue indubbie capacità attoriali ed interpretative. Efficaci come sempre le musiche di Ennio Morricone, con il tema principale del film cantato da Joan Baez.
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