Regia di Emilie Blichfeldt vedi scheda film
Ambientato in un'epoca non precisata (probabilmente la prima metà dell'Ottocento) e in un regno fittizio, The Ugly Stepsister è un body-horror che riscrive la celebre fiaba di Cenerentola.
The Ugly Stepsister (2025): locandina
Elvira è una diciottenne poco attraente che, insieme alla sorella e alla madre, si trasferisce nella casa dell'uomo che quest'ultima ha recentemente sposato. Il nuovo marito ha già una figlia, la bella Agnes, con la quale Elvira inizierà una spietata competizione volta ad accaparrarsi il bellissimo principe Julian, su cui Elvira fantastica da tutta la vita. Conscia di non rientrare nei canoni di bellezza della società che la circonda, la giovane arriverà a sottoporsi ad interventi sempre più estremi, così da rendersi perfetta per l'uomo che intende sposare a tutti i costi. La pellicola, frutto di una collaborazione tutta europea (Danimarca, Polonia, Norvegia e Svezia), è stata scritta e diretta dalla stessa persona: Emilie Blitchfeld. Membri del cast sono: Lea Myren, Ane Dahl Torp, Thea Sofie Loch Næss, Flo Fagerli, Isac Calmroth e Adam Lundgren.
The Ugly Stepsister (2025): Lea Myren
The Ugly Stepsister (2025): Thea Sofie Loch Næss
Chi di noi non è cresciuto con le fiabe? Quelle bellissime storie in cui tutto è magnifico. Belle donne che si maritano con bei principi, entrambi immersi in scenari da sogno, ricchi, ben vestiti e dove tutto termina con il classico "e vissero per sempre felici e contenti". Ebbene, questo ideale estetico e morale non è altro che una bugia. Nella realtà non c'è nulla di perfetto, né il nostro comportamento né tantomeno la nostra bellezza. Siamo esseri imperfetti, prima o poi anche i bambini a cui le fiabe si indirizzano imparano questa lezione. E allora perché, ancora oggi, ci ostiniamo a inseguire modelli irrealistici? Perché ci comportiamo come se il nostro aspetto dicesse tutto di noi? Perché, purtroppo, siamo la società dell'apparenza, siamo il mondo in cui il giudizio è prima di tutto fisico. Lo sanno bene soprattutto le donne, così spesso ossessionate dalla bellezza e dallo sguardo degli uomini. Per molte di loro, essere attraenti, desiderabili, sessualmente appetibili è tutto ciò che conta. Perché siamo dannatamente superficiali, vanitosi e schizzinosi. Vediamo il male nelle imperfezioni corporee senza curarci dello spirito di chi quei corpi li abita.
Ma Emilie Blitchfeld, regista e sceneggiatrice, non ci sta. Lei rifiuta tutto questo ed esprime il suo profondo disprezzo per il perbenismo raffinato attraverso un racconto che sporca e mette a nudo (letteralmente) l'ipocrisia degli elegantoni, l'assurda ossessione per la perfezione, la malattia di voler essere belli e invidiati. Tutto l'immaginario fiabesco di Cenerentola viene denigrato, smascherato delle sue falsità. Ed ecco che le lacrime sbavano il trucco, il vomito sporca il vestito, il sangue che scorre rende palese la sofferenza dietro le aberranti operazioni della chirurgia estetica e lo sperma rende il sesso più animalesco e vero, non romantico o edulcorato. Un film rivoluzionario, in questo senso, che rifiuta la bellezza artificiale in favore della naturalezza di ciò che si è, e che si dovrebbe rimanere. Un film che sputa in faccia alla follia del compiacere il maschio a tutti i costi, in una collettività dove la donna è schifosamente considerata solo come oggetto sessuale al servizio di uomini di potere depravati a cui non importa delle loro menti, ma solo dei loro seni, delle loro natiche, del loro bel visetto. Il mondo descritto da The Ugly Stepsister è malato, marcio e bugiardo. Per questo il tono non poteva che essere crudo, ingiusto, violento e quasi sadico. In altre parole, è tutto proporzionato. Per questo funziona così bene.
The Ugly Stepsister (2025): Ane Dahl Torp, Lea Myren
The Ugly Stepsister (2025): Lea Myren, Adam Lundgren
The Ugly Stepsister è la Cenerentola vietata ai minori che descrive con macabra ironia e perfida chiarezza il patetismo dei nostri rituali estetici. Avvalendosi di interpreti di grande bravura, di una regia di mestiere, di curate scenografie e costumi e, soprattutto, di un'idea forte, la pellicola si fa amare come horror e applaudire come critica sociale. Nel primo caso, grazie alle sue trovate inquietanti, nel secondo grazie ai suoi personaggi e alle loro azioni. Un film da non perdere, che dice le cose come stanno senza giri di parole, ma con immagini ispirate e una scrittura votata allo shock e alla riflessione.
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