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Warfare - Tempo di guerra

Regia di Alex Garland, Ray Mendoza vedi scheda film

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La recensione su Warfare - Tempo di guerra

di DeathCross
9 stelle

Con "Warfare" Ray Mendoza, supportato da Alex Garland, costruisce un racconto bellico rifiutando categoricamente la spettacolarizzazione delle attività militari, aiutato in ciò dalla scelta di una narrazione in tempo reale, dal rifiuto di una colonna sonora e dalla messa in scena della devastazione psicologica che la guerra provoca: imperdibile.

Subito dopo Civil War, l'A24 annuncia l'inizio dello sviluppo di un film di guerra con Alex Garland e Ray Mendoza, supervisore militare per il film fanta-politico del 2024, alla regia: i due, inoltre, scrivono insieme la sceneggiatura, tratta da un evento bellico a cui Mendoza, alla sua prima regia, aveva partecipato. Warfare viene accolto bene dalla critica, vincendo anche il premio alla regia al Taormina Film Festival.
Fin dal suo annuncio ho sperato in un film realistico, speranza rafforzata dalla rivelazione di una narrazione in tempo reale, ma ho anche temuto una possibile deriva propagandistica. Visto al cinema con un amico, pur non potendo negare in toto un militarcentrismo americano, con la popolazione civile sostanzialmente tenuta come sfondo (anche se l'epilogo in parte mette in luce la cancellazione colonialista che le guerre occidentali operano verso la gente comune), ho visto soddisfatte pienamente le mie aspettative. Dopo un prologo che mi ha fatto temere la falsità della narrazione in tempo reale, il Film costruisce un racconto bellico rifiutando categoricamente la spettacolarizzazione e l'eroicizzazione, mostrando la monotonia della routine nelle fasi che anticipano i combattimenti per poi sconvolgere l'animo quando la violenza esplode, mettendo poi in luce la brutalità fisica della guerra e la devastazione psicologica che provoca. Quello che resta addosso all'individuo spettatore (o, almeno, che è restato addosso a me) è la percezione di una totale insensatezza della guerra, consolidata dalla scelta di non mostrare il contesto in cui l'operazione - di fatto una sconfitta, una ritirata, un po' come lo erano Black Hawk Down e Dunkirk ma con un approccio meno romanzato e più documentaristico - ha luogo e di non utilizzare, se non nel citato prologo e sui titoli di coda (anticipati da dediche ai protagonisti reali della storia, in primis Elliott Miller che si vede anche in qualche ripresa dietro le quinte), una colonna sonora musicale, decisione questa che, oltre a permettere una maggiore concentrazione sulla ricostruzione anche mentale del Sonoro (magnifico il lavoro operato in questo reparto), insieme alla narrazione in tempo reale (forse il tipo di narrazione più "pura", tanto al Cinema quanto al Teatro), contribuisce ad abbattere ulteriormente ogni possibile valvola di spettacolarità. Mi piacerebbe dire che, vedendo questo Film, è impossibile provare il desiderio di entrare nell'esercito e di andare in guerra, ma purtroppo secoli di propaganda militare hanno creato una popolazione patologicamente dipendente dalla guerra, quindi non mi stupirebbe se qualche esaltato (fascistoide, ma anche liberale) dovesse vedere in questo film una spinta all'arruolamento.
Comunque, Warfare non è magari uno dei Capolavori assoluti del Cinema di guerra, ma a mio avviso è un Film imperdibile e decisamente sentito: su questo aspetto, penso che l'autorialità (e il principale lavoro nella direzione attoriale, con ottimi risultati nella recitazione) dell'Opera spetti quasi interamente a Ray Mendoza e, infatti, Alex Garland ha confermato più o meno ciò dichiarando che il suo ruolo registico è stato più un supporto al collega.

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