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Una battaglia dopo l'altra

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Una battaglia dopo l'altra

di obyone
8 stelle

Chase Infiniti

Una battaglia dopo l'altra (2025): Chase Infiniti

 

Non mi sorprendono le perplessità dei papaveri della Warner Brothers alle proiezioni di prova di "One Battle After Another" della scorsa primavera. Con tanti soldi in ballo (si parla di 130 milioni di dollari) parecchi polsi avranno tremato alla vista di un film così spiazzante e poco consono alle aspettative di un action thriller. Non che P.T. Anderson abbia promesso una cosa ai suoi finanziatori e poi ne abbia realizzata un'altra ma, certamente, ha contaminato il suo lavoro con venature tragicomiche rivendicando il diritto a modellare la materia con le proprie mani.

In effetti l'inizio del film, la cui durata ricordo è alquanto importante, lascia piuttosto basiti. Al cospetto di una tensione erotica esplosiva veniamo introdotti in un microcosmo di attivismo fuori controllo in cui il regista osserva una serie di relazioni basate sul dominio carnale e psicologico. L'inizio è sfacciatamente licenzioso e vi è una precipua analisi del rapporto tra l'eccitazione sessuale di Perfidia e l'adrenalina scaturita dalla violenza e dall'attrazione per il pericolo.

Sedici anni dopo l'incipit, le trasgressioni sessuali di Perfidia sembrano archiviate. Non per questo il film si incanala sui binari della normalità. Anderson non si accontenta delle tipiche dinamiche dell'action movie palesando una vena di paradossale ironia che, senza dubbio, ha fatto rizzare... il pelo sulle braccia ai manager degli studios.

Nella sua produzione ad "alto rischio" Il regista di "Boogie Nights" non solo ha sodomizzato il colonnello Lockjaw ma ha dissacrato le aspettative comuni ridicolizzando le ideologie che scuotono dal profondo l'America spaccandola in due.

 

Leonardo DiCaprio

Una battaglia dopo l'altra (2025): Leonardo DiCaprio

 

Bret Easton Ellis, scrittore americano, ha stroncato "Una battaglia dopo l'altra" dicendo che "i critici l'hanno celebrato più per ideologia che per valore artistico". A me non sembra del tutto vero. "Una battaglia dopo l'altra" non risparmia entrambe le parti in lotta tra loro. La stupidità viene ripresa, prevalentemente, sulla faccia sfigurata del colonnello Lockjaw e sullo sguardo fanatico e scurrile del "pioniere del Natale" Roy More, questo è certo. Tuttavia non viene graziata nemmeno l'idiozia di un sistema rivoluzionario schiacciato da demenziali questioni di sicurezza e sporcato da tradimenti e faccende personali che finiscono per pesare sulla causa.

Pur essendo smaccatamente critico nei confronti dell'area estremista wasp, la satira, brillante e beffarda, non risparmia davvero nessuno, a cominciare dal protagonista, perennemente in vestaglia da camera, che ha dimenticato chi è stato, abusando di acidi e canne, così come l'ala progressista d'America sembra si sia dimenticata come guidare pacificamente una rivolta popolare nei confronti delle istituzioni.

Personalmente ho apprezzato il tono ironico e farneticante del regista perché credo che nella situazione odierna vi è un solo mood che possa sgonfiare le farneticanti ideologie che si susseguono "una dopo l'altra". Questo stato dell'animo ovviamente è l'ironia.

Sean Penn è davvero al top nei panni del maschio bianco che se la fa con le donne di colore rivendicando, contemporaneamente, il desiderio di entrare in un club di soli bianchi. Fa quasi tenerezza che la sua inguaribile fiducia venga storpiata dal ghigno cinico di chi non ha dà niente per niente. Risalta nella notte esplosiva di Baktan Cross la figura scaltra e ambigua del sensai Sergio St. Carlos brillantemente interpretato dal redivivo Benicio del Toro. Il finale, invece, è tutto per la giovane Willa (Chase Infiniti) a cui P.T.A. affida il recupero della memoria passata, quella di una resistenza civile che negli anni '60 e '70 fece dell'America la culla di un'ondata di rivendicazioni pacifiche che andavano dal disarmo alla fine di ogni forma di apartheid. Al regista, infine, va il merito di una condizione fluida che rischia forse di incepparsi sulle strade bollenti del confine meridionale ma qui le riprese spettacolari della sua cinepresa trasformano le gobbe del rettilineo in un tripudio di suspence in grado di innescare un duello all'ultimo rombo tra bene e male.

 

Teyana Taylor, Leonardo DiCaprio

Una battaglia dopo l'altra (2025): Teyana Taylor, Leonardo DiCaprio

 

 

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