Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film
Raymond King (J.K. Simmons), ex direttore del Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) ora investigatore privato dopo gli eventi del primo film, sta indagando sulla scomparsa di una famiglia di immigrati. Qualcuno però lo vuole stecchito. Perché? E Chi risolverà l'intrigo? Christian Wolff (Ben Affleck), contabile autistico dall' aspetto innocuo ma in realtà letale, si metterà in azione richiamato dall'attuale capo del FinCen, Maribeth Medina. Sarà supportato niente popò di meno che dal fratello Braxton ( John Berenthal).
Bisognerebbe parlare un po' più spesso di Gavin O' Connor, uno che non sbaglia un film. Qui, traendo le mosse dal primo film, "The Accountant" , anomalo quanto riuscitissimo thriller, realizza un sequel che di fatto è un action scatenato che non sa rinunciare, come tanto cinema anni 80 ci insegna, ad un ironia da buddie movie che ne smorza i toni altrimenti troppo seriosi.
Il cuore del film infatti è il rapporto fra i due fratelli , interpretati davvero magistralmente da Affleck e Berenthal, la cui alchimia è palese e sorprendente. La trama non è lineare e va seguita con attenzione, ma gli sforzi dello spettatore vengono premiati ad ogni colpo di scena che il film mette in atto.
Anche qui, c'è una riflessione sulla diversità, che può essere vissuta trasformandola in un arma a proprio vantaggio, ma lasciate questo discorso che è vero solo a metà ( basta saperlo) e tuffatevi nell' azione che è meglio.
Un opera che rispetto al primo film sposta il baricentro sul protagonista e sul suo legame con il fratello. Meno coesa nella scrittura, forse più divertente, sicuramente più folle.
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