Regia di Cosimo Bosco vedi scheda film
Un film che parla di tutti noi e di quello che abbiamo vissuto.
"Fin qui tutto bene?" è l'esordio alla regia di Cosimo Bosco, che porta sul grande schermo una storia intima e inquieta, ispirata a fatti realmente accaduti durante il Covid. Un film che fonde realismo e suggestioni horror, trasformando paure e solitudini in immagini potenti e disturbanti. Un viaggio psicologico che lascia addosso la sensazione che il vero incubo non sia mai del tutto finito, ma che viva ancora all'interno di ciascuno di noi.
Infatti il protagonista Matteo diventa lo specchio di un disagio che non è solo personale, ma collettivo. Bosco riesce a portarci dentro la sua solitudine e i suoi fantasmi, che accompagnano lo spettatore per tutta la narrazione del film, utilizzando uno stile che trasforma il reale in incubo, senza mai cadere nella retorica. Ogni dettaglio, ogni silenzio, ogni sguardo ci ricorda che le ferite lasciate dalla pandemia non sono solo fisiche, ma soprattutto interiori.
Uscita dalla sala, ho provato varie sensazioni molto forti, ma la prevalente è stata quest'inquietudine, è stato quasi disturbante, come se avessi attraversato l'incubo dell'uomo comune. Il film di Cosimo Bosco, in sala dall’11 settembre, racconta una vicenda drammatica realmente accaduta, filtrandola attraverso le atmosfere del thriller psicologico e le ombre dell’horror.
Effettivamente quello che colpisce di questo film, non è la paura fine a sé stessa, ma la capacità del regista di usare il linguaggio dell’horror per raccontare la fragilità umana. La tensione diventa quindi un modo per amplificare il dolore di Matteo, per farci sentire sulla pelle il peso del vuoto, del non detto, del trauma che resta.
Fin qui tutto bene? non è un film perfetto, ma è un film vero. Ha il coraggio di guardare dentro la parte più oscura di una storia personale, che rappresenta alla base l'oscurità dell'uomo moderno, trasformandola in una riflessione universale. È cinema indipendente che osa e che lascia addosso la sensazione che il vero incubo, spesso, sia semplicemente la realtà in cui viviamo.
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