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Blue Moon

Regia di Richard Linklater vedi scheda film

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La recensione su Blue Moon

di IlCinefilorosso
7 stelle

Blue Moon è una commedia drammatica ambientata nell'arco di una notte all'interno di un locale notturno e ruota attorno alla crisi esistenziale e creativa del famoso scrittore di testi per musical Lorenz Hart (interpretato da uno straordinario Ethan Hawke), una sorta di istantanea esistenziale e psicologica dell’agonia di un artista “dimenticato ”, costretto a fare i conti con la propria fragilità.
Il film è sostanzialmente costruito attorno a un grande dialogo — impostazione che richiama fortemente la trilogia dell'amore (Before Sunrise, Before Sunset, Before Midnight) — e rappresenta, dopo la geniale parentesi "screwball" di Hitman, un ritorno alle corde più tipiche del cinema di Linklater, quelle del realismo intimo, del tempo sospeso e delle relazioni umane che si dipanano attraverso riflessioni e dialoghi serrati.
Blue Moon è un film che finge di essere piccolo, ma in realtà è un organismo scenico in continua trasformazione. L’unità di luogo — quel locale fumoso in cui Lorenz Hart consuma la notte del proprio smarrimento — funziona come un palcoscenico mentale dove ogni ingresso in campo, ogni volto, ogni apparizione modifica le dimensioni emotive dello spazio. Linklater usa la chiusura come apertura e il vincolo come occasione per far respirare il racconto. Il locale diventa allora un palcoscenico, un luogo in cui Hart può sfogarsi, confessarsi, frantumarsi, mentre in fuori campo si celebra il trionfo di Oklahoma!, il musical che sancisce la sua sostituzione.

Il film, drammaturgicamente, vive di questo paradosso: più lo spazio è circoscritto, più la vita interiore del protagonista si espande, invade i bordi dell'inquadratura, satura il tempo. Hart parla, ricorda, delira, si arrampica sulle parole come fossero l'ultima impalcatura rimasta della sua identità; ed è proprio in questa logorrea disperata che il film trova il suo respiro più autentico.
Gli altri personaggi sono presenze chiamate in scena da un'istanza invisibile, figure che allargano o restringono il campo emotivo, come se Linklater giocasse con le quinte mobili di una scenografia immaginaria.

Hart è un uomo che osserva in silenzio il proprio crepuscolo professionale mentre il mondo applaude qualcun altro; e Blue Moon è il suo requiem privato, una luce blu che mostra la verità nuda dell’artista lasciato indietro.
È un’opera sul declino e sul tempo, su ciò che rimane quando tutto si sposta altrove. Ed è, soprattutto, un film che dimostra come, a volte, un unico luogo possa contenere un’intera vita, purché si sappia ascoltare il rumore della scena che si chiude.

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