Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Gli ultimi giorni di Lorenz Hart, squisito paroliere di commedie teatrali e musicali in coppia con il musicista Richard Rodgers, condensati in una "sessione" di un centinaio di minuti, dentro la hall di un albergo di Broadway, poco dopo la prima di "Oklahoma!", musical che lo vide, per la prima volta, escluso dalla scrittura con il compagno di sempre. Linklater fa un lavoro magnifico, con una regia elegante e raffinata, mai stucchevole, dove al centro di tutto c'è un incredibile Ethan Hawke (mimetico e irriconoscibile nei panni di Hart), che indossa il vestito elegante di Lorenz e, in un tono minimalista, ci racconta la sua vita, parlando con il cameriere, un giovane pianista, una donna di cui si è invaghito e, naturalmente, con l' ex compagno di successi. Un'opera ricchissima di parole brillanti, teatrale, qualcosa che ricorda Woody Allen, se Allen fosse ancora capace di fare buoni film. Naturalmente, per un film, come dire, "ingessato", ci vuole parecchia attenzione, bisogna lasciarsi catturare dall'eloquio di Hawke/Hart, davvero fluviale, ma l'acutezza dei dialoghi e la malinconia fumosa (che sprigiona dai sigari che Hart fumava uno dietro l'altro) alla fine ti premiano, ti conciliano con il Cinema e con un personaggio, almeno da noi, poco conosciuto ma irresistibile. Un uomo in decadenza, fisica e lavorativa, un paroliere che ancora oggi vive in moltissime canzoni (fra cui, appunto, "Blue Moon" o "My Funny Valentine"), raffigurato qualche giorno prima che la polmonite se lo portasse via, sotto la pioggia, nelle strade di New York. Incantevole.
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