Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Giurato numero 2 (2024): Cedric Yarbrough, Nicholas Hoult
Pensavo peggio, a dir la verità, non per amore del pregiudizio coltivato amorevolmente nel mio orto personale, ma per quei finali precostruiti cui di solito si affida il buon Clint.
Vero che il film non lascia spazio a diverse interpretazioni, il colpevole vero si lancina dentro e addosso, è in costante conflitto emotivo, vuole offrire una chance al malcapitato di turno e si comprende benissimo che la storia non potrà finire a tarallucci e vino e bimbi in culla.
In questo i caratteri, gli sviluppi e le titubanze riescono telefonatissime: l’avvocato d’accusa che guarda la sua carriera, la moglie del giurato che stuzzica, la giuria da convertire con l’immancabile e prevedibile elemento a sospettare l’inghippo.
Diciamo intanto che capitare nella giuria che deve giudicare un misfatto compiuto
- ma guarda caso - proprio da te, equivale a vincere la lotteria da un fantasmiliardo di dollari, ma non è che possiamo stare a guardare le combinazioni della vita.. lo vogliamo fare il film o no? Poi c’è l’autopsia che non riesce a cogliere che la vittima è stata investita da un’auto (la cosa più probabile mentre viaggi di notte, sotto la pioggia, su una strada ad alta percorrenza), ma guarda sempre il caso, per tre quarti di film nessuno mette in pista l’eventualità, poi l’ex poliziotto giurato che proprio con tempistica perfetta si concentra sull’eventualità, i giurati (che non potrebbero indagare) portati sul luogo del delitto (!), il finale che, in un amen, sembra far rimangiare tutto al frustrato colpevole. Ed infatti non sarà il finale.
Altro da aggiungere? La seduta è tolta.
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