Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Clint è ultranovantenne ma pochi oggi sanno raccontare le storie come lui, e come qua.
Clint Eastwood non è solo un gran regista, ma soprattutto un Gran Maestro (di solito) nel raccontare storie. Storie a volte semplici o banali, come qua, con un protagonista che una sera, sotto un diluvio, urtò forse qualcosa in strada, con l’auto. Scese a vedere la macchina, un po’ danneggiata, non scorgendo nulla attorno. Butto l’occhio anche dal vicino ponte, ma non si vedeva un tubo. Vide poi che nella zona, dai cartelli, passano dei cervi, e si disse amen, avrò colpito un cervo. Sto raccontando solo i primi minuti, nessuno spoiler. Lo stesso protagonista viene scelto come giurato, per un caso che non conosceva, e scopre così che quella notte, nello stesso punto, una donna venne scaraventata giù dal ponte, morta. Ma che cavolo, fu lui? O fu l’imputato, che ci aveva appena litigato? Da lì parte il film. Interessante poi come conosciamo meglio (io almeno) il sistema giudiziario USA, in questa opera, con i giurati che vengono sorteggiati, poi “interrogati” da accusa e difesa e scelti solo se vanno bene ad entrambi. Poi parte il processo, testimonianze, dichiarazioni, etc…e la giuria può solo ascoltare. Poi alla fine, bene signori, ritiratevi e decidete, colpevole o innocente? E’ in seguito il giudice, se l’imputato è colpevole, a determinare la pena. Questo per sommi capi, certo, e secondo un procedimento che gli stessi protagonisti definiscono non perfetto ma il migliore possibile (malgrado sia ben diverso dal nostro).
Insomma, una storia che si aggrappa alla bravura nel raccontarla del regista, a come è scritta, agli interpreti, e qua tutto si incastra alla perfezione, per un film a cui darò 8 (e che ha pochi difetti, tra i quali il “passato” di alcuni giurati, che ho trovato banale e scontato). In Italia salì fino al terzo posto degli incassi settimanali, ma in generale nel mondo è andato male, malgrado il plauso delle critica internazionale e il gradimento del grande pubblico (non così grande, evidentemente) e mio.
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