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Giurato numero 2

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Giurato numero 2

di Mulligan71
8 stelle

Clint Eastwood è il Willie Nelson del Cinema. Clint 94 anni, Willie 91, ma entrambi capaci ancora di realizzare opere splendide, profonde, fuori dal tempo. "Giurato Numero 2" è, ancora una volta, un film profondamente umano, come tutta l'opera registica dell'attore americano, capace come pochi di scandagliare gli abissi delle persone, che siano famosi o che siano gente comune. Rifacendosi, quanto meno nell'impianto, a quel capolavoro che fu "La Parola Ai Giurati (12 Angry Men)" di Sidney Lumet, 1957, un rimando del tutto naturale, Eastwood inserisce una variante, importante, pur mantenendo chiara l'impronta etica e morale del racconto. La solita regia asciutta, che non fa mai nulla per distrarre lo spettatore (evviva!) e semplicemente lo accompagna come un bel valzer sudista, cattura subito l'attenzione, imperniandola sui dilemmi del signor Kemp, ragazzotto in procinto di diventare padre, che dovrà fungere da ago della bilancia non solo del processo, ma della sua vita, della sua storia, della sua identità profonda di essere umano. Scelte che possono cambiare per sempre anche le vite di chi gli sta attorno. Poi c'è la giustizia, e quella americana sappiamo quanto sia fallace e discutibile, che parla attraverso ognuno dei dodici giurati e che si eleva, poi, come una istituzione sostanzialmente giusta,secondo Eastwood, capace di redimersi, forse. Film importante, solido, coinvolgente proprio come lo fu quello di Lumet e, aggiungerei, necessario. Opera universale, decisamente. 

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