Regia di Ryan Coogler vedi scheda film
Se Ryan Coogler avesse fatto il regista negli anni settanta, sarebbe stato il più famoso "director" della "blaxploitation", poco ma sicuro. Coogler è uno abbastanza mediocre ma che ha scelto di fare film dove la "negritudine", con le sue problematiche razziali, è sempre la protagonista. Così fa anche questa volta e realizza forse il suo film film migliore, seppure ben lontano dal capolavoro. "I Peccatori", bel titolo per un western (e in fondo, pur per poco, potrebbe esserlo), è un film sul blues e sulle tradizioni profonde che si porta appresso, specialmente per quello che riguarda demoni e affini. E' chiaramente ispirato a Robert Johnson e al suo patto con il diavolo, solo che Coogler sposta l'ottica in ambito vampiresco (tutta la seconda parte, decisamente la migliore). Questa malattia di voler fare a tutti i costi film di quasi due ore e mezza, lo appesantisce di una prima ora noiosa e calligrafica, molto dimenticabile, per poi accelerare bene quando il "juke joint" (la sala da ballo per "negri" per eccellenza) prende vita. I vampiri sono bianchi che suonano musica "hillbilly" o irlandese (che stupidata) e sono cattivi e affamati e anche un po' zombie. Godetevi la seconda ora. Poi c'è quel finale politico, dove appare anche il KKK, quasi alterego dei vampiri: un po' incollato, ma pazienza. Bello il secondo finale, dopo i titoli di coda, con una gustosa apparizione di Buddy Guy: da non perdere. Tanta buona musica, ci mancherebbe, ma anche tanta confusione: un "pastiche" di generi che non fa altro che confermare la mediocrità di Ryan Coogler. Appena sufficiente.
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