Espandi menu
cerca
I peccatori

Regia di Ryan Coogler vedi scheda film

Recensioni

L'autore

johnmiliush

johnmiliush

Iscritto dal 15 settembre 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni 1
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su I peccatori

di johnmiliush
5 stelle

Avrei voluto tanto amare I Peccatori, ultima opera di Ryan Coogler con cui l'autore torna ad un cinema più personale e ambizioso, svincolato dal servizio ai franchise che l'hanno impegnato dopo l'esordio di Fruitvale Station (prima il buon Creed e poi i due capitoli MCU di Black Panther). Avrei voluto tanto amare il film per vari motivi, sia per l'hype generato dai commenti entusiastici di altre recensioni con le quali ora, ahimè, mi ritrovo in disaccordo, sia perché sulla carta è un'opera che continua a suscitarmi tanta simpatia per la natura bizzarra dell'operazione che cerca di proporre esponendesi sicuramente con originalità nel panorama del mainstream statunitense. Natura bizzarra che rende nobile il tentativo del film di misurarsi con un cinema di genere alquanto forte e accattivante, uno su tutti il cinema di John Carpenter, non solo rievocato dalla colonna sonora di Ludwig Göransson ma anche per il modo di porsi a metà tra un immaginario che cita Vampires e La Cosa con cui colorare lo scenario storico in cui si anima il film, quello degli anni nel profondo Sud degli Stati Uniti d'America, dove il fantasma del Ku Klux Clan è tutt'altro che sepolto in un paesaggio sociale e naturale in cui la forza lavoro afroamericana è ancora relegata agli strascichi di un razzismo che si fa più subdolo e pervasivo. Centrale è ovviamente un discorso sull'appropriazione culturale che si lega ai motivi musicali del film, tutt'altro di contorno ma cruciali per animare il senso cinematografico dello spettacolo IMAX che sconfina in slanci di contaminazione tra muscial e folk-horror, dove la musica è capace di squarciare la cornice temporale per inglobare uno spettro più grande di cui si anima la cultura afroamericana, come denuncia il vero finale del film. 

 

Ottime premesse quelle che vi ho scritto fin qui, se non fosse che i problemi per me sono iniziati da subito, da una prima ora che vorrebbe prendersi i suoi tempi senza meritarseli, accompagnando il pubblico nella vita dei personaggi che poi verranno confinati nel capannone che per tutta la seconda parte del film, a partire dal protagonista Sammie, un simil Robert Johnson che impugna la chitarra dell'anima afroamericana, e i due cugini Stack e Smoke, entrambi impersonati dall'attore feticcio di tutto il cinema di Coogler, ovvero Michel B. Jordan. Lo sfarzo produttivo forse è l'unico vero motivo per cui perdersi con interesse nella confezione artistica del film: lo sfoggio di una ricostruzione storica che apparecchia con gusto un immaginario vivido e sporco, fumoso come i tipici vapori che accompagnano ogni tipica scena che si rispetti in cui un treno giunge alla stazione di una provincia americana (l'ultima che mi viene in mente è quella di Killer of the Flower Moon). C'è chiaramento l'intento di restituire con ampio respiro una polifonia di voci e piccoli drammi personali che poi i personaggi si porteranno dietro fino a quando scorrerà il sangue anticipato nel prologo che apre al lungo flashback in cui si svolge tutto il film. Un respiro che tuttavia ho trovato singhiozzante, mai davvero naturale e spesso farraginoso se non superfluo, tanto che di alcuni personaggi avrei potuto godermi la loro presenza senza sapere troppo di più. Quando entrano in scena i vampiri tutto diventa più avvincente ma sempre sulla carta. L'azione si confina nel capannone che ospita la festa della comunità afroamericana, un confinamento che si contorce anche sulla regia di Coogler che forse trova il suo momento di massimo vigore nella lunga sequenza musicale centrale, bellissima e visionaria, come poi il film non riesce a ritrovare successivamente, scadendo nella piaga mortale di tanto cinema d'intrattenimento contemporaneo: l'incapacit ingombrante di sviluppare un'azione cinematografica al di fuori del racconto, inchiodando gli svolgimenti narrativi a continue e reiterate scene di dialogo che tradiscono le suggestive contaminazioni musical, mentre l'azione vera e propria viene ridotta ad un confronto finale che perde qualsiasi coinvolgimento emotivo. La già menzionate musiche originali di Ludwig Göransson sono ovviamente bellissime ma le ho trovate davvero problematiche nella loro onnipresenza, forse funzionale a sopperire ai vuoti di una regia ispirata solo in pochi momenti d'impatto che verso la fine rischiano di perdere anche il loro insieme della visione d'insieme nel finale fin troppo reiterato e rilanciato. Il confinamento che dovrebbe caratterizzare la seconda parte l'ho percepito debole, mai davvero restituito con una gestione consapevole degli spazi attorno a cui si costruisce il clima di paranoia da presidio tanto caro al molto del cinema noramericano. 

Queste sono le mie perplessità per un film in cui non mi sono ritrovato per niente nell'acclamata esperienza cinematografica che molti hanno auspicato uscendo dalla sala, se non per una confezione estetica tutt'altro che banale e su cui non mi spreco a sottolineare gli evidenti pregi, a partire dall'ottima fotografia. I Peccatori è un film che vorrebbe esplodere in ogni momento ma finisce per atterrare con il respiro costantemente trattenuto; sarebbe potuto essere un bellissimo musical o tante altre cose ma alla fine ne sono uscito con la sensazione di un risultato raffazzonato che non punta mai a trovare una suo forma cinematografica davvero compiuta. Un'operazione di genere e sui generi che ammiro e continuo a consigliare, ma più per le suggestioni che lascia intravedere nei pochi momenti in cui lascia il segno al di fuori dei quali compie il peccato veniale di adagiarsi su prassi cinematografiche che sgonfiano la notevole ambizione di partenza. 

 

Mi piacerebbe sapere se anche altri utenti hanno riscontrato queste problematiche che per me purtroppo caratterizzano tanto cinema commerciale degli ultimi anni. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati