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Caddo Lake

Regia di Logan George, Celine Held vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Caddo Lake

di Souther78
4 stelle

Storie intrecciate a cavallo del tempo, ma la scansione narrativa non perdona: troppa confusione e troppo ritardo nel pervenire a un qualche tipo di evento catalizzatore. Metà film è una lunga e noiosa introduzione, mentre il dipanarsi dei paradossi arriva in modo troppo caotico e telefonato. Il finale? Spiegato nella mia recensione.

 
Lo premetto: questa recensione contiene una spiegazione della trama, quindi non leggetela prima di aver visto il film (ammesso che siate interessati a guardarlo).
 
Caddo Lake è una località al confine tra Texas e Louisiana, che, per le sue aree paludose, non può non evocare proprio i paesaggi tipici del secondo stato. Nessuno stupore, quindi, che la scelta sia ricaduta su una simile ambientazione, capace di trasmettere perfettamente il senso di occulto, misterioso e sinistro di cui l'opera è permeata.
 
Non mi capita mai di anticipare, nelle recensioni, lo sviluppo narrativo: in questo caso farò un'eccezione, poichè ritengo che sia controproducente scindere la valutazione dalla descrizione, ma altresì per supportare l'interpretazione che lascia aperti numerosi interrogativi.
 
Non stupisce la presenza "dietro le quinte" di M. Night Shyamalan, del quale percepiamo l'impronta inconfondibile nella svolta finale.
 
Caddo Lake è un virtuosismo fine a se stesso, che sembra completamente ignorare gli spettatori, estremizzando lo spasmodico inseguimento del colpo di scena finale, in un arrovellamento narrativo analogo a Tenet, che, prima ancora di stupire, confonde e appesantisce inutilmente.
 
Quasi metà film scorre nella noia e nell'insensatezza apparente, dovuta al fatto che si stanno semplicemente distribuendo le tessere di un mosaico, il cui ordine sarà svelato soltanto (e sommariamente) nel finale. I protagonisti sono alquanto anonimi, e la ragazzina androgina ci sembra il classico omaggio alla narrativa new woke, immancabile a Hollywood. Tutto sembra poco interessante, fino all'evento catalizzatore, cioè la scomparsa di Anna, che, però, sembra giungere decisamente fuori tempo massimo, con il risultato di un incipit dilatato oltremodo, e di un modulo centrale sovraffollato, che chiosa in una conclusione affrettatissima.
 
Molti hanno scritto di non preoccuparsi della trama, oppure che essa non abbia senso: ci sembra vero il contrario. Il senso c'è, eccome, ma è talmente posposto, "suggerito" anzichè dipanato, e arzigogolato, che tutto ciò cui assistiamo sembra soltanto un insieme di eventi casuali accostati tra loro, fino alla chiave di lettura conclusiva, cioè troppo tardi per goderne. Resta poi da inquadrare la sequenza che vede Ellie ritrovare Anna, che però rimane fine a se stessa.
 
In definitiva, il loop temporale è il seguente: Anna nasce da Daniel, che quindi è il nonno di Ellie. A 8 anni, nel 2022, Anna scompare, poichè in realtà è stata trascinata in un altro tempo (nel 1952), e una volta lì, "salvata" da Paris (suo futuro figlio), che la consegna ai contadini che la porteranno dal medico. Una volta ristabilitasi, scopriremo dalla rassegna Google fatta da Ellie sul finale, Anna sopravvive quindi nel 1952, cresce, si sposa e ha un figlio, cioè Paris. Paris, invece, cioè il protagonista maschile, scopriremo sempre nel finale che in realtà viveva in un altro periodo rispetto a Ellie, cioè 17 anni prima, nel 2005, ed era appunto il padre di lei, sparito nel nulla. A questo punto, si dedurrà che Daniel è: padre di Anna, nonno di Paris, bisnonno di Ellie. In un'aggiunta di proverbiale carne al fuoco, Ellie si troverà pure nel 2005, incrociando se stessa e la madre, senza però riconoscerla.
 
L'elemento di estremo stupore e coinvolgimento nella trama dovrebbe discendere dalla scoperta dei legami di sangue insospettati, in seno a una famiglia travagliata da profonde crisi. Purtroppo, però, il tutto risulta forzato e troppo distaccato fin dall'inizio, e, soprattutto, il colpo di scena conclusivo non è di quelli "risolutivi", come invece l'eccezionale attesa indurrebbe ad attendersi. 
 
In definitiva, Caddo Lake gira attorno a una ragazzina pressochè asessuata, che vive dei comprensibili conflitti intergenerazionali, esasperati senza apparenzi motivi, e che alla fine dovrebbe avere la vita trasformata dall'aver scoperto che la sorellastra (per modo di dire, non essendo collegata in alcun modo a lei) è sua nonna, e il suo patrigno suo bisnonno. E quindi? C'è gente in tutto il mondo che vive tutta la vita con genitori adottivi, senza alcun legame genetico, pur considerandoli genitori effettivi. C'è gente che uccide i genitori biologici, detestandoli, o, senza arrivare a simili estremi, taglia i ponti per vite intere... ci sfugge quale sarebbe la logica di una simile "rivelazione". Ellie dovrebbe finalmente accettare il patrigno/bisnonno e rassegnarsi alla morte del padre?
 
La delusione manifestata da molti spettatori è in buona parte ascrivibile all'esilissimo (e tardivo) spazio destinato alle spiegazioni, in coda al film, e neppure poi esternato in un qualche tipo di conversazione tra personaggi, ma rimesso soltanto alla ricerca in Rete della protagonista, cui assistiamo confusamente, non avendo ancora inquadrato proprio tutto.
 
Film come questo rappresentano sempre una scommessa, e di solito offrono un qualche tipo di percorso di consapevolezza, nel quale gli spettatori possano affiancare i personaggi, magari su false piste che alla fine verranno capovolte/sconvolte. Non è così qui, dove tutto il di più risulta troppo, mentre il necessario è troppo poco e troppo tardi. Paradossalmente, un film che ha la pretesa di padroneggiare il tempo, mostra la totale incapacità dell'autore di gestirlo.
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