Regia di Jun'ichi Yasuda vedi scheda film
Buin film di ambientazione storica, con un messaggio importante contro l'odio conseguente ad ogni rovinosa guerra civile.
Film gradevole, che inizia quasi in maniera leggera, da commedia hollywoodiana, ma che poi, in un crescendo di emozioni, arriva ad un apprezzabile finale altamente emotivo, quasi drammatico. Il limite del film (ma non è colpa sua) è la connotazione storica della fine del Clan dei Tokugawa: considero (e consiglio) fondamentale dare preventivamente una rapida occhiata storica a quelle vicende per evitare di scambiare il film in un polpettone di fanta storia da samurai. In breve fa riferimento alla guerra civile giapponese di metà 1800, sanguinosa e controversa, ancora oggi di difficile interpretazione, tanto da richiedere un impegno sull'argomento. Con questa premessa, il film diventa una critica a tutte le guerre civili e alle successive difficoltà di riconciliazione.
Personalmente mi ha riportato all'ancora nostro insanato dualismo fascisti/partigiani, in cui è difficile mettere sullo stesso piano quei giovani che combatterono uno contro l'altro in buona fede, credendo in un ideale di nazione diverso.
Questo film si sforza di farlo, e sembra riuscirci, su un momento storico di quasi 200 anni fa, segno evidente di quanto l'argomento sia ancora sentito a distanza di tanto tempo.
Un film consigliato per la piacevolezza generale dell'impianto, per la scorrevolezza delle sequenze, per l'accuratezza costumistica, e per l'apprezzabile originalità dello spunto romanzesco per lanciare un messaggio assolutamente non romanzesco.
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