Regia di Eric Khoo vedi scheda film
"Un signore amante della musica muore mentre ascolta il suo artista preferito, una cantante francese molto amata anche in Giappone. La donna si recherà in Giappone dove terrà il suo ultimo concerto prima di morire. Da lì i due si incontreranno e seguiranno il figlio di lui nelle sue vicende"
Nuova opera del regista Eric Khoo, il film è delicato e meditativo fin dalle prime battute. Si percepisce una costante ricerca del silenzio (al di fuori della musica) e di suoni diegetici semplici. Ma forse il film si perde in una sorta di “bis” (o quantomeno perde originalità) se si pensa a Sidonie au Japon, uscito un anno fa. Il concetto è lo stesso: persone morte che “restano” sulla terra. In un caso, quello di Sidonie, era lei a non riuscire a lasciar andare il marito; qui invece sono gli spiriti a non lasciare la terra, ma diciamo... il concetto resta molto simile, comunque.
La fotografia parte male ma finisce molto meglio, riuscendo a valorizzare bene il colore (forse anche un po’ troppo saturo).
C’è però un buco di trama, piuttosto evidente. Una volta che i due decidono di seguire il figlio, non incontrano mai nessuno come loro (tranne l’uomo suicida)... un po’ strano, considerando il numero di persone che muoiono ogni giorno. A parte questi tre personaggi (e il figlio che tornerà in vita), non c’è nessun’altra persona o anima che ha lasciato il corpo. Un altro potenziale buco narrativo è come il figlio, solo su richiesta della donna, torni in vita. Va bene l’attaccamento alla vita, ma se fosse così semplice, si tornerebbe in vita sempre. In un certo senso, il figlio non fa il minimo sforzo per tornare nel suo corpo, il che fa quasi pensare che Yuzu e Claire non volessero davvero continuare a vivere, e questo contrasta parecchio con quanto ci racconta il film, dove sembrano animati da un forte desiderio di vita.
Al di là di questo, forse ciò che più “rimprovero” al film è la scelta di non concludere non appena finisce il disegno, ma di proseguire mostrando una riconciliazione con la madre e un ultimo dialogo tra Yuzu e Claire.
In definitiva, il film non osa molto e non prende particolari iniziative, cosa che, col tempo, potrebbe essere motivo di critica.
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