Regia di Sean Byrne vedi scheda film
Bruce il serial killer interpretato da un Jay Courtney colosso, che sembra di 55 anni ma ne ha 39, cacciatore di squali con peschereccio corazzato e cabinato come un traghetto, annesso, è un antagonista psicopatico davvero di maniera e poco credibile, utile solo a fare il Wyle E. Coyote della biondona surfista bellona Beep- Beep di turno, protagonista. Ed è un peccato che sia così stereotipato e soltanto funzionale agli sfoghi sprezzanti "anti maschio sfigato e violento assassino" della suddetta biondona, poiché Courtney lo interpreterebbe nonostante tutto brillantemente. Gli squali sono una aggiunta interessante sulla carta essendo un film australiano, tuttavia sono poco utilizzati sullo schermo, e sempre fintissimi in una CGI davvero mediocre stile Asylum, che nel finale pare quasi uno scherzo, e poiché nessuno squalo balza fuori dall'acqua e nemmeno due metri, come fosse un'orca, oltre a attaccare praticamente sempre, lateralmente. Vorrebbe essere un tipo diverso dai film ormai inflazionatissimi sugli squali, innestandosi su un altro filone altrettanto pletorico come quello con i serial killer australiani, ma non ci riesce.
Heather, la protagonista già menzionata interpretata dalla bellona biondona, è così fastidiosa che vorresti gli squali la mangiassero già all'inizio del film. Viene drogata di Roipnol dal suo menzionato e disturbato rapitore, ma può lo stesso combattere il cattivo di 100 chili a calci nei cosiddetti e padellate in faccia, è più piccola di corporatura ma può picchiarlo nella sagra dello stereotipo sul potete femminile dominante, le manca da poco un pollice che si è addirittura spezzato e mozzato con i denti per liberarsi dalla manetta come una bestia che si mozza zampa per liberarsi dalla tagliola, siamo ben oltre il Patrick Bauchau di "Phenomena". Si arrampica ovunque sul cargo come Spider Girl e afferra continui oggetti che diventano armi contundenti e taglienti letali, nuota in acque infestate dagli squali ferita, sanguinando copiosamente e se ne fa una nuotata da medaglia d'oro olimpica di stile libero sui 200 metri verso la spiaggia, sconfigge un grande squalo bianco e poi sconfigge il cattivo. Diventando poi persino noioso e sdolcinato. Uno schifo, insomma. Nonostante questo bel piatto cotto al dente che nemmeno Bottura:
"[...] [il film]esplora il trauma, l'isolamento e il potere della sopravvivenza. La protagonista Zephyr, che incarna la fuga costante e il rifiuto dell'intimità, è costretta ad affrontare non solo il proprio carnefice ma anche le emozioni da cui ha sempre tentato di scappare." Il Maresciallo Giraldi concluderebbe con una delle sue celebri locuzioni, io vorrò soltanto concludere dicendo che siamo in presenza di un altro dei film tipici di questi tipi sempre più in cerca di una forma cinematografica convincente, con
troppa narrazione moderna copia e incolla. Poca originalità da parte di un regista dallo stile-forse- un tempo, originale.
Che senso ha una "Protagonista" che non ha paura dell'"Antagonista" o dell'ambiente terrificante che la circonda? Questa stessa è il carattere di una psicopatica, non di una Protagonista che ne dovrebbe essere l'antitesi del vero psicopatico, risultando invece così il solito uomo frustrato, sociopatico e vendicativo, e non in ultimo, un cretino.
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