Regia di Bogdan Muresanu vedi scheda film
L'anno nuovo che non arriva (2024): Nicoleta Hâncu
Bogdan Muresanu inizia a farsi conoscere nel biennio 2018/2020 quando il suo terzo cortometraggio "Cadoul de Craciun" viene presentato in numerosi festival internazionali. Vi si narra la storia del piccolo Marius che scrive a Babbo Natale chiedendo, oltre al regalo per sé, la morte di "zio Nicu", per compiacere l'adirato papà. Il problema è che Marius abita in Romania, che la sua storia è ambientata alla vigilia del Natale 1989 e che al potere vi è ancora un certo Nicolae Ceausescu. Non proprio Santa Claus.
I doni che il dittatore romeno soleva distribuire al popolo, in quei tribolati anni Ottanta, non riempivano calze e botteghe, semmai le prigioni. Il regalo di zio Nicu per quel Natale era stato il totale rimborso del debito estero. Le conseguenze di tale presente erano state il razionamento della benzina, del riscaldamento, dell'elettricità e dei generi alimentari di prima necessità. Le lunghe file per approvvigionarsi avevano inasprito gli animi rendendo Ceausescu un affamatore; non certo il prodigo benefattore che il culto della sua persona lasciava intendere attraverso gli organi di comunicazione ufficiali.
L'innocente letterina scritta, vergata e spedita dal piccolo Marius poteva, dunque, insospettire le numerose orecchie della spietata "Securitate", la devota polizia di stato romena che a San Nicola era solita chiedere la morte degli oppositori politici.

"Cadoul de Craciun" viene ripreso da Muresanu nel 2024, tagliato, rimontato ed integrato in una storia più ampia in cui le vicissitudini di Marius e del padre Gelu si intersecano a quelle di Florina, attrice precettata per decantare le lodi del dittatore nello show televisivo di fine anno; di Stefan, regista della Tv di stato che deve sistemare il pasticcio lasciato dalla collega scappata all'estero alla vigilia della trasmissione del messaggio augurale a Ceau?escu; di Margareta, membro disilluso del partito, costretta a lasciare il palazzo in cui abita da tutta la vita prima della sua demolizione; di Laurentiu, studente desideroso di libertà, che progetta di scappare in Bulgaria con l'amico Vlad.
Le strade dei vari personaggi si intersecano o semplicemente si sfiorano in una Bucarest silenziosa in cui i rumori e i malumori sono pronti a deflagrare definitivamente l'indomani. Le chiacchere appena bisbigliate sulle atrocità commesse dall'esercito a Timisoara si fanno insistenti e ciascuno vive con ansia quanto accaduto. Un misto tra incredulità e speranza di rovesciare il comunismo fa breccia nell'animo ma ogni uomo e donna di Bucarest ha paura nel provare una simile illusione. La polizia, d'altronde ha occhi dappertutto ed è meglio essere cauti ad esprime certe idee...

Muresanu compie un salto di qualità e raccorda "Cadoul de Craciun" con la storia al bivio di quel celeberrimo 1989. L'esiguo minutaggio non gli aveva consentito, all'ora, di armonizzare le curiose vicende familiari di Gelu con lo scoppio della rivolta popolare che mise fine al regno incontrastato di "zio Nicu". Nel corto, anzi, la raccolta di immagini della piazza festante finivano per stridere con le autentiche paure ritratte in casa di Marius. Ne "L'anno nuovo che non arriva" non vi sono passaggi bruschi ed ogni protagonista del racconto arriva puntuale e senza strappi all'appuntamento con la storia benché il regista si diverta a complicare le cose e rendere tortuosa la strada della salvezza.
I nuovi eventi e i nuovi personaggi, inoltre, hanno fatto si che il regista approfondisse il legame tra le questioni vitali di ciascuno e la delicata situazione del paese, ridotto in miseria da anni di pessima gestione finanziaria e monetaria.
Ricordo che Ceausescu, la cui ortodossia comunista era stata messa in discussione negli anni '60/'70, aveva cambiato diametralmente il proprio approccio politico nel corso degli anni '80. Influenzato dal comunismo asiatico, e da quello nord coreano in particolare, il dittatore decisione di azzerare il debito estero contratto nel ventennio precedente. I finanziamenti stranieri avevano dato un'enorme spinta all'economia di sussistenza del paese. La Romania si era arricchita e, rispetto agli altri paesi del Patto di Varsavia, prosperava. La decisione, inaspettata e nefanda, di eliminare ogni debito nei confronti del fondo monetario internazionale, a contrario, portò il paese in una profonda crisi economica. Le imprese non riuscirono a rinnovarsi e la gente restò senza cibo e senza i prodotti di consumo utilizzati come merce di scambio per rimborsare il debito estero.
"L'anno nuovo che non arriva" ricrea alla perfezione la situazione disastrosa del paese e di conseguenza i malumori della gente costretta ai salti mortali per sopravvivere. C'è, dunque, chi scappa, chi ordisce ogni possibile piano per non essere coinvolto con il regime e chi, impaurito, accetta ogni umiliazione pur di conservare quel poco che ha. In tutto ciò l'elettricità va e viene, le farmacie sono vuote, le case fredde e le tavole miseramente preparate. Agli antipodi, rispetto a tal squallore, si manifestano le ambizioni del dittatore di ricostruire Bucarest abbattendo i vecchi palazzi della capitale per renderla modello di virtù socialista.
L'anno nuovo che non arriva (2024): Adrian Vancica
Le ansie e le paure dei protagonisti sono, dunque, il centro della tragicomica narrazione di Mure?anu che, nel crescendo sinfonico del Bolero, sospinge Gelu e gli altri verso i luoghi e i tempi in cui l'epopea del paese sarà riscritta ed il comunismo verrà abbattuto.
Il registro del film è quello del cortometraggio che l'ha ispirato.
"L'anno nuovo che non arriva" è una commedia beffarda ed ironica che racconta un cambiamento non ancora chiaro agli stessi storici, divisi tra colpo di stato militare, rivolta popolare spontanea, zampino della Securitate nel convogliare la rabbia popolare verso l'abbattimento del regime. Nell'indeterminatezza degli studiosi circa la genesi degli eventi che trasformarono Pia?a Palatului in Piazza della Rivoluzione, il regista si abbandona all'ironia mettendo un petardo nelle mani di Gelu.
Il caso governa il destino di ciascuno e manipola con crudeltà e divertimento la vita dei grandi della storia e dei loro popoli. Così suggeriva Tolstoj, così suggerisce il regista romeno. Una provvida intuizione che nel film si concretizza in un livido sul volto, in un ugola consumata, in un incidente d'auto, in una improvvisa interruzione del gas. Cause benevole, cause salvifiche per i singoli piccoli della storia quanto un'insurrezione di piazza lo fu per una nazione intera.
Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
PS: Cadoul de Craciun lo trovate qui
L'anno nuovo che non arriva (2024): locandina
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