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F1 - Il film

Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film

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La recensione su F1 - Il film

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: F1

F1, prodotto dall’immortale Jerry Bruckheimer, ci conferma due cose che ormai sono evidenti ossia che Joseph Kosinski, dopo il Top Gun:Maverick, è il nuovo Tony Scott e Brad Pitt avrà una seconda vita artistica degna dei ruoli crepuscolari che furono di Paul Newman e Robert Redford.

A differenza di film come Rush o Le Mans 66 dove la storia vera della rivalità tra Lauda e Hunt o tra Ford e Ferrari era il vero fulcro del film e per questo motivo lo accettavi in ogni sua forma, F1 di Joseph Kosinski ci catapulta direttamente negli anni 80/90 e ci spara botte di adrenalina fregandosene della credibilità della storia prendendo di forza lo spettatore infilandolo in una monoposto e farci tifare contro Hamilton, Verstappen, Leclerc o Sainz.

Praticamente F1 è un film che, se fosse ambientato nel mondo del calcio vedrebbe protagonista Davide Nicola e la salvezza del Crotone e il sequel punterà tutto sulla salvezza della Salernitana.

Ma la cosa assurda è che nonostante tutto, quello che vediamo ci piace tantissimo e ci emoziona come non mai.

Ispirandosi alla figura di Martin Donnely, il più talentuoso pilota britannico degli anni ’90, F1 vede protagonista Sonny Hayes interpretato da un Brad Pitt più testosteronico che mai (altro che Vento di Passioni), un pilota il cui talento è stato stroncato da un incidente a Jerez ma che continua a sfidare la morte in tutte le gare possibili.

Dopo la vittoria a Daytona viene contattato dal suo ex compagno di scuderia (Javier Bardem altrettanto Macho Latino) che adesso è diventato manager di una scuderia ultima in classifica da anni e che ha bisogno di vincere almeno un GP se non vuole perdere i finanziatori.

Il suo intento è mettere l’esperienza del campione decaduto al servizio del rookie del momento Joshua Pearce. La strambalata banda è composta da una bellissima ingegnere aerospaziale (indovinate con chi andrà a letto???) che ha studiato la super macchina che dovrà sostituire il catorcio sempre ultimo.

Nonostante una sceneggiatura che sta in piedi con lo sputo, Joseph Kosinski tira fuori un film iper-potente che in due ore e mezza ci mozza il respiro e ci fa battere il cuore.

Perché F1 è il risultato tra la magia della pista (da vedere l’incidente a Monza per capire la perfezione della regia) e l’inverosimile storia umana che c’è dopo una corsa.

Ma delle volte quando vai al cinema a vedere un film cerchi l’adrenalina, l’emozione, identificarsi in quel cialtrone di Brad Pitt che bara a Texas Holden pur di aumentare l’autostima del pupillo o che lo prende a forti scappellotti quando esce fuori dal seminato.

Uno scontro tra la visione analogica e digitale del mondo della formula 1, da vedere i due modi di allenarsi delle due generazioni di piloti per poi diventare un tutt’uno.

Perché alla fine una sola cosa conta: Vincere.

Poi c’è chi vuole Vincere sempre o chi vuole Vincere solo una volta per tentare ulteriori sfide per il futuro.

E alla fine non posso non dare un 7 a un film che si apre con Whole Lotta Love dei Led Zeppelin sparato a tutto volume prima della corsa di Daytona perché mi fa entrare dentro per non farmi uscire più.

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