Regia di Stuart Gordon vedi scheda film
Uno yacht in crociera a largo delle coste galiziane fa naufragio di fronte al villaggio di Aboca. Paul Marsh, finanziere di oscure origini spagnole, si reca sulla terraferma insieme alla fidanzata, Barbara, lasciando a bordo gli amici Howard e Vicky, ferita. Ad Aboca trovare aiuto è molto difficile; l'intero villaggio è permeato di un'atmosfera malsana, i pochi abitanti visibili sembrano affetti da deformità. I due giovani vedono che la chiesa locale è stata spogliata dei simboli della cristianità, sostituiti da insegne inneggianti ad una misteriosa entità, Dagon. Qual è il legame tra essa e le deplorevoli condizioni della comunità locale ? Paul e Barbara lo scopriranno a loro spese. I racconti "Dagon" e "La Maschera Di Innsmouth", scritti da Howard Phillips Lovecraft negli anni '20 e '30, offrono ispirazione allo sceneggiatore di questa produzione spagnola, sia per buona parte della trama, sia per ambientazioni ed atmosfere. Nella "mitologia" di Lovecraft, esistono, in luoghi reconditi del mondo, creature immensamente antiche, altrettanto potenti, le quali bramano il dominio sull'uomo e le sue sorti. E' il caso di Dagon, un demone residente negli abissi, le profondità delle quali possono essere raggiunte solo da creature acquatiche; l'entità, grazie alla propria influenza maligna, blandisce gli affamati residenti del villaggio di Aboca, spingendoli all'adorazione e di seguito isolandoli dal resto della nazione. E' in grado, grazie a poteri arcani e misteriosi, di avviare una metamorfosi nei corpi, i quali sviluppano connotati e caratteristiche di animali marini e maturano il desiderio di raggiungere la loro divinità nel suo dominio nel profondo degli oceani. In attesa di ciò, le dedicano sacrifici umani; questa sembra essere la sorte degli individui capitati ad Aboca, ma Paul si oppone. Acquisita consapevolezza delle stranezze e dell'ostilità dei paesani ed incontrato Ezequiel, un anziano estraneo alla mutazione riuscito a sopravvivere per decenni fingendosi pazzo, il quale ha raccontato al protagonista la storia del villaggio, Paul, diviso da Barbara non appena giunto ad Aboca, s'ingegna per rintracciare la ragazza e fuggire. Ma non gli è consentito; è decisivo, in tal senso, l'incontro con Uxia, una creatura dal viso incantevole di donna e dal corpo di sirena. Paul ha già visto Uxia, in sogni e visioni; ella gli lascia comprendere, con modi dolci, che esiste un forte legame tra il giovane e la comunità di Aboca. Un qualcosa che Paul ha, probabilmente, sempre saputo; per motivi di discendenza, ne fa parte. Ed è destinato anch'egli a vivere in acqua, insieme a Uxia, tanto impacciata sulla terraferma, quando agile nelle profondità marine, il regno di Dagon. Offre il volto alla creatura l'attrice Macarena Gomez. Paul, volitivo e tenace, almeno fino ai colpi di scena finali, è interpretato da Ezra Godden. Merita menzione l'anziano Francisco Rabal (Ezequiel), deceduto poco dopo la conclusione delle riprese. Il racconto non è una trasposizione integrale delle storie di Lovecraft; ne integra tuttavia gli elementi principali e, soprattutto, è in grado di replicarne i contesti. Il villaggio di Aboca, mostrato per lo più in sequenze notturne o sotto pioggia battente, è avvolto da un'atmosfera cupa, malata, angosciante. Tutto è in disfacimento, poichè man mano che la metamorfosi degli abitanti procede, si degrada quanto di umano vi era in precedenza. Case e suppellettili deteriorate, marciumi ovunque; in antri nel sottosuolo esistono luoghi d'adorazione per Dagon, una divinità in grado di catturare adepti blandendoli con l'abbondanza, enormi ricchezze di cui i fedeli presto non sapranno che fare, cercando altrove le loro prospettive, in un contesto disumano, fuori dal tempo e dallo spazio. Sono questi scorci sull'ineffabile che contraddistinguono, tra gli altri elementi, l'orrore di Lovecraft, del quale il regista, Stuart Gordon - autore di diversi film "di genere" anche di medesima ispirazione - mostra di aver ben compreso i canoni narrativi. Il ritmo è in costante accelerazione, insieme alla tensione; non mancano fasi oniriche, visioni, sequenze di forte impatto - il sacrificio di Barbara - e in prossimità dell'epilogo un bel po' di gore. La colonna sonora arricchisce la narrazione, in particolare durante la "retrospettiva" di Ezequiel; immerge lo spettatore in un'atmosfera dark fantasy. La produzione non è certo sontuosa; s'è fatto il possibile, con poche risorse. "Dagon", opera un po' fuori dagli schemi perchè di matrice non anglosassone, non è di certo un capolavoro, ma può ben essere apprezzato dagli estimatori di Lovecraft e dell'horror in genere.
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