Regia di KEFF vedi scheda film
Locust (2024): locandina
CINEMA OLTRECONFINE - FESTIVAL DI CANNES 77 - SEMAINE DE LA CRITIQUE
"Silenziosa e fatale..... come te!"
Sullo sfondo delle proteste di Hong Kong del 2019, il film Locust, conosciuto anche come Gangs of Taiwan, è incentrato sulla figura taciturna ed ambigua del giovane e riservato Zhong-Han.
Taciturno in quanto è muto, o comunque non comunica, sin da piccolo, attraverso l'uso della parola, ma al massimo con brevi cenni ed appena percettibili espressioni facciali.
Ambiguo perché la sua vita si sdoppia tra il lavoro di cameriere presso il gestore di una semplice ma storica tavola calda nel quartiere popolare di Taipei, che ha accolto sua madre vedova e lui, dando ad entrambi una casa ed una nuova possibilità di sostentamento.
Di sera invece il giovane frequenta una gang di ladri che agisce indisturbata tra i più sbandati quartieri della metropoli. Il giorno in cui il proprietario dei muri della locanda del suo patrigno si convince a cedere alla offerta generosa di uno spregiudicato immobiliarista, che, poco dopo, aumenta a dismisura l'affitto al ristoratore allo scopo di sfrattarlo per trasformare il locale, ed il resto del quartiere popolare, in un lussuoso centro residenziale per alta borghesia, il giovane si vede costretto ad intervenire per porre fine a quella iniqua azione coercitiva portata avanti senza scrupoli di sorta.
Locust (2024): scena
Locust (2024): scena
Corruzione dilagante, mazzette, poteri forti deviati a scopo di business, l'evoluzione di una società che si sviluppa nel degrado dei valori umani e sociali, sviluppando il bello e la pura esteriorità senza curarsi della sorte di chi sopravvive onestamente in l'umiltà con le fatiche del proprio lavoro, sono le valide tematiche sociali ed etiche che la narrazione suggerisce, e che sorreggono il valido Locust.
Si tratta del film di esordio di un regista di Taiwan che nasconde un proprio anonimato attraverso l'acronimo, indecifrabile in apparenza, di KEFF.
Locust (2024): scena
La scelta della rivolta contro la corruzione dei poteri forti è raccontata attraverso la presa di coscienza di un protagonista solo in apparenza sbandato e senza arte né parte, in realtà reso maturo dalle ingiustizie subite dalla propria famiglia e responsabilizzato a combattere i soprusi, utilizzando le tecniche di lotta apprese nella gang. Locust si rivela un thriller metropolitano in grado di creare un certo pathos, pur non rifuggendo situazioni e ritratti umani già ampiamente scanditi da situazioni e produzioni che lo hanno preceduto.
Merito soprattutto di un protagonista che col suo mutismo convinto riesce ad evitare di caricare troppa retorica su una trasformazione umana che, al contrario, appare scandita da un percorso umano drammatico, ma plausibile, mai veramente forzato da eccessivo lirismo narrativo.
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