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Anora

Regia di Sean Baker vedi scheda film

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La recensione su Anora

di tobanis
8 stelle

Un premio Oscar meritato e coraggioso, un film divertente e vero.

Anora è il sorprendente vincitore del premio Oscar 2025. La vittoria, inizialmente, sembrava certa per The brutalist; si parlava anche di Anora, ma c’era pure Emilia Perez, in gara. Quest’ultimo faceva però harahiri, per alcune dichiarazioni poco gradite della protagonista. Restavano gli altri due, in un testa a testa finale, con Anora in forte recupero e che alla fine a sorpresa ha vinto. Ma non solo! Oscar anche al regista Sean Baker, Oscar allo sceneggiatore Sean Baker (sempre lui), Oscar a Sean Baker (sempre lui) per il montaggio, Oscar ad Anora, cioè all’attrice Mikey Madison, per la migliore attrice, e anche qua, tutto pareva perfetto per l’Oscar a Demi Moore, dunque altra sorpresa.

E com’è? Anora è una figata. Baker, il regista, lo avevo incrociato per la prima volta per Red rocket (altra figata di film) e dunque tifavo per lui. Qua cambia registro, non si adagia in comfort zone, e trionfa. Che poi, non è tutto vero, perché alcune caratteristiche rimangono uguali. In entrambi i film i protagonisti sono due lieti “poveracci”, moderatamente contenti della loro situazione e…che dire…sbarcano benino il lunario e qualche bella soddisfazione se la tolgono. Qua la protagonista fa la sex worker, per usare un eufemismo: si spoglia in un night club di New York, talvolta porta un cliente di sopra dove gli fa uno spettacolino privato, al limite si fa un po’ palpare, ma ogni cosa, oltre a ciò, è vietata. Il pollo di turno caccia molta grana, ma di solito ne ha appunto molta, e tutti contenti. La bella e brava protagonista non chiede di essere salvata, sta bene così, con l’autore Baker non siamo alle visioni stereotipate, disneyane, cristiane, televisive e giornalistiche (dunque, sempre più spesso, fasulle). Lei fa la sua vita, prende bei soldi, divide un appartamento non bello ma dignitoso con la sorella, e alla via così. Poi nel locale e nella sua vita arriva lui, il viziatissimo e coglione figlio di ricchissimi e assentissimi genitori russi (ma per ricchissimi, intendo molto più di quanto state pensando). Un ragazzo immaturo, direi tra i 18 e i 20 anni, che si gode la vita e non pensa a nulla, se non a essere stupido, sbronzo, trombare, divertirsi e sprecare una montagna di tempo e di denari. Lei in fondo sa (non è cretina) che vive una favola, si fa pure pagare, ma che dire, vedi mai che è quella volta su un milione che la favola diventa realtà, tipo Pretty woman? Ma ricordiamoci, alla scrittura e alla regia c’è Baker, dunque, realtà… non anticipo null’altro.

Il tutto è in definitiva una commedia, una commedia divertente, molto adulta, per i tanti nudi, sboccata (il giusto), e gli amici russi (poi non tutti russi) che vogliono sistemare le cose sono fortissimi e molto simpatici. Attori in stato di grazia (e pure direi anche sconosciuti al grande pubblico), tutto è sembrato vero vero, anche nel bel finale che non svelo; la Madison ha dovuto pure imparare un po’ il russo e cavolo, non diresti mai che NON fa spogliarelli, per vivere.

Che aggiungere, guardatelo, mi è piaciuto molto e darò un 8; come detto, non piacque solo a me, dato che ha vinto l’Oscar, ma non solo, prima aveva vinto la Palma d’oro a Cannes. Ebbe costi da film d’essai, sarebbe quasi da dire da fattura artigianale; ha incassato bene, dieci volte tanto; in Italia arrivò al quarto posto degli incassi settimanali, tanto, pensando a un film di questo genere. Critica generalmente entusiasta, grande pubblico forse un po’ spiazzato e allora complimenti all’Academy per avere dato un Oscar a un film così.

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