Regia di Bruno Vani vedi scheda film
In una borgata popolare della Capitale un gruppo di ragazzi si diverte come può, girando in scooter e compiendo atti di microcriminalità. Una tentata rapina con armi giocattolo, però, si rivelerà fatale per uno di quei ragazzi.
Nonostante l'utilizzo del termine 'borgata' e la relativa ambientazione in un quartiere popolare romano, questo film è lontano anni luce da Pasolini, dalla sua poetica e dai suoi contenuti; allo stesso modo non ha neppure particolari affinità con l'Amore tossico di Claudio Caligari (1983) o con tutto il filone che da lì scaturì, a raccontare il disagio estremo delle popolazioni povere – di denaro, di opportunità, di cultura, di speranze – dei quartieri più malfamati della Città Eterna. Ragazzi de' borgata è piuttosto il racconto di un malessere contemporaneo meno strutturato e diffuso, ma ugualmente pungente, problematico; i giovani protagonisti non sono gli ultimi delle gerarchie sociali e il motore delle loro azioni comunque riprovevoli è, molto banalmente, la noia e soltanto quella. Bruno Vani scrive e dirige questa pellicola dalla riuscita estetica sufficientemente dignitosa, ma evidentemente realizzata con mezzi e modi poveristici, a partire dal cast, che non vede neppure la partecipazione in un ruolo minore di qualche nome rilevante; tutti gli interpreti sono infatti non professionisti e presumibilmente solo uno di loro, Corrado Oddi, proseguirà a lavorare nel cinema. Del regista e sceneggiatore, che è qui anche montatore e produttore, poco si sa se non che tra il non riuscitissimo poliziottesco-gangster movie Torino centrale del vizio (1979) e il presente titolo Vani si è arrabattato come ha potuto, come direttore di produzione per pellicole altrui e persino come regista di film hard. Purtroppo per il Nostro si tratta dell'ultima prova dietro la macchina da presa: se ne andrà nel 2001. 2/10.
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