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Humane

Regia di Caitlin Cronenberg vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Humane

di Souther78
8 stelle

Opera prima degna di menzione, specie per la sua denuncia sferzante di ciò che abbiamo sotto gli occhi: fratelli (esseri umani) messi gli uni contro gli altri dalla narrativa imposta dall'alto, per convincerci che la minaccia alla nostra sopravvivenza saremmo noi, anzichè loro. Divide et impera!

 
 
 
Chissà quale onere averà sentito, sulle proprie spalle, la figlia dell'illustre genitore, accingendosi a consegnare al pubblico la propria opera prima. Onori e oneri del nobile lignaggio. Regista assai morboso, con risultati alquanto discontinui, ma in generale di sicuro impatto.
 
Sarà riuscita, Caitlin, a onorare le origini che, indiscutibilmente, l'hanno condotta fin qui?
 
Humane mostra una maturità ben superiore a quella che ci si aspetterebbe da un esordio: si percepisce lo studio (ma anche l'apprendimento) di tecniche, metodi, e, in generale, si colgono le suggestioni di chi conosce bene il cinema.
 
Non troppo lungo, nè troppo breve, il film si concentra sull'essenziale, mantenendo una narrazione serrata e mai noiosa, benchè - a tratti - ripetitiva. Se paragonassimo Humane a Shining, anch'esso ambientato principalmente in un luogo chiuso, noteremmo immediatamente una significativa differenza: ogni scena del secondo è a sè stante, non confondibile con le altre, e ben scolpita nel ricordo. Qui, invece, le situazioni si ripetono e si sovrappongono, con una certa ripetitività, e senza sfondi visivi nettamente in risalto. Niente camini mastodontici, stanze con decori particolari, tappeti con pelli di orso, etc. Nonostante la provenienza dell'autrice proprio dal mondo della fotografia, qui tutto è routinario, senza colpi di genio nè particolari intuizioni. Affiorano, qua e là, evidenti concessioni all'estetica, in cui la ricercatezza è percettibile; purtroppo, però, è la linea generale a sembrare sottotono.
 
Caitlin si concentra sul dialogo e sulle metafore, caratterizzando i personaggi come maschere della società, cui non risparmia critiche. L'operazione è lodevole, benchè alquanto stereotipata, da un lato, e superficiale, dall'altro: non riusciamo realmente a conoscere i protagonisti, e sicuramente il coinvolgimento risente del distacco narrativo, che descrive quasi "dall'alto", senza calarsi nè immedesimarsi.
Un altro tallone d'Achille è l'eccessivo semplicismo con il quale viene incarnata l'autorità: il fine di ridicolizzare è palese e anche condivisibile, ma tuttavia talmente palese da minare la credibilità della critica stessa. A tratti si supera il limite del caricaturale.
 
Molti, in Humane, colgono l'aspetto di critica sociale sferzante, in particolare nei confronti di certe categorie di persone. A me piace evidenziare l'interessante rappresentazione della follia autoritarista del finto green, che sta portando l'umanità intera a odiarsi e scannarsi a vicenda (i fratelli), anzichè prendersela con i veri responsabili (le autorità). Chi governa, cioè non certo i politici, bensì i padroni dell'economia riuniti nei circoli massonici internazionali e nelle cosiddette UR Lodges, non ha la (finta) colpa di aver negato il cambiamento climatico (come l'ex conduttore televisivo spiega ai propri figli), bensì quella di portare avanti ad arte una narrazione falsa e pilotata, con lo scopo di controllare ancora di più le persone, attraverso lo spauracchio del cambiamento climatico. Questo documentario dovremmo guardare e commentare, più di ogni film del mondo (frutto per lo più di opera di propaganda): https://www.oval.media/it/clima-il-film-2023/
 
Il film descrive molto acutamente l'odio che la propaganda del clima sta suscitando nelle nuove generazioni: i bambini delle elementari crescono già nel mito del cambiamento climatico di origine antropica, manifestando ansia e preoccupazione. Ma sono tutte CAZZATE. Chi scrive era bambino negli anni '80, e già si sentiva dire che, tempo 20 anni, sarebbero finiti il petrolio, l'acqua, e sarebbero saliti gli oceani. Ma dove? Nel 2000, la rivista Le Scienze pubblicava una copertina che mostrava il pianeta, entro il 2020, coperto di fango e piogge acide, se non si fosse abbattuta l'emissione di Co2. Ma dove? Poi ci rifletti un attimo, e realizzi che lo scioglimento dei ghiacci al polo nord non farebbe salire il livello del mare, poichè gli iceberg sono per 9/10 sommersi, e il ghiaccio occupa circa il 90% in più del volume dell'acqua allo stato liquido. E, infatti, in vita mia l'unica erosione della costa che ho visto, è stata causata dalla costruzione di strade ed edifici troppo a ridosso del mare. Ma, soprattutto, è proprio la beneamata scienza che ci informa che l'aumento di Co2 non fa aumentare la temperatura, ma, dopo 400 anni che aumentano le temperature, aumenta un po' la Co2 nell'atmosfera. Cioè, l'esatto opposto delle MINCHIATE che ci raccontano.
 
Le istituzioni, giustamente, vengono descritte dalla regista come ingannatorie, manipolatrici e impietose: mentre al pubblico si presentano storie di facciata e si perseguitano i "complottisti", poi si scopre che hanno ragione loro, e il potere esiste per poter controllare i popoli, non per supportarli. Ci sono solo tre tipi di "bene" che provengano dalle istituzioni: 1) quello finto, cioè il male spacciato per bene (vd. lockdown), 2) quello speculativo, cioè il bene offerto come promessa (che però non verrà mantenuta), al fine di convincere le persone a compiere o non compiere qualcosa (vd. green pass), 3) quello strumentale, cioè un bene minimo necessario da porre in essere, affinchè le persone possano sorvolare sui mali palesi, o mantenere la propria fiducia nelle istituzioni (i diritti).
 
Pur tra semplicismi e semplificazioni, stereotipi e generalizzazioni, lo spettacolo funziona, e, specie nella sua opera di denuncia della guerra che le istituzioni conducono contro i propri cittadini, raggiunge adeguatamente lo scopo, mostrandoci come le persone di buon cuore e facilmente manipolabili siano pecore al macello, che offrono gioiosamente il capo (o il braccio, come per i sieri RNA, DNA alteranti) ai propri "pastori-carnefici". Chissà, se questo film aiuterà a destare qualcuno dal sonno della ragione.
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