Regia di Giulia Louise Steigerwalt vedi scheda film
Un film non troppo riuscito ma girato con le migliori intenzioni.
Diva Futura (2024): locandina
Come il titolo stesso suggerisce, Diva Futura racconta le vicende dell'omonima agenzia pornografica fondata e gestita da Riccardo Schicchi, qui interpretato da Pietro Castellitto. Il film si basa sul romanzo autobiografico Non dite alla mamma che faccio la segretaria di Debora Attanasio, che in gioventù lavorò davvero per Diva Futura. La stessa Attanasio è, infatti, un personaggio del film a cui Barbara Ronchi presta volto e voce. Oltre a lei, nella pellicola scritta e diretta da Giulia Louise Steigerwalt, appaiono Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina (Lidija Kordic), Moana Pozzi (Denise Capezza) e la moglie di Schicchi, ossia la celebre Eva Henger (Tesa Litvan).
Diva Futura (2024): Pietro Castellitto
Diva Futura (2024): Lidija Kordic
Diva Futura (2024): Denise Capezza
Diva Futura (2024): Tesa Litvan
Il cuore del film batte al ritmo della provocazione e della memoria. Da un lato esso si prefigge il compito di ricordare (soprattutto ai più giovani) chi era Riccardo Schicchi, a cosa deve la sua fama e quali ideali libertini lo animassero, dall'altro si scaglia con una certa forza contro la sessuofobia che per certi versi caratterizza ancora la società italiana. L'esibizione del corpo femminile e dell'amore carnale come valori di libertà, emancipazione e bellezza estetica, in una lotta continua al bigottismo e all'ipocrisia di coloro che condannano alla luce del giorno certe pratiche salvo poi perseguirle non appena cala il sole. Pur non condivisbili da tutti, i messaggi trasmessi dal film inneggiano alla libera scelta, mostrano le dive del porno come autentici esseri umani, dunque non privi di dubbi, debolezze e bisogni, e portano sullo schermo la stigmatizzazione di quel determinato ambiente lavorativo e di coloro che vi fanno parte. Nonostante un didascalismo esplicito (per nulla fastidioso, a dire il vero), i temi trattati spingono a qualche riflessione in più e a considerare punti di vista nuovi e alternativi, un pregio non da poco considerato il vuoto che attanaglia fin troppo materiale audiovisivo contemporaneo. Certo, ogni tanto la sceneggiatura esagera con gli interrogativi e rischia di farla fuori dal vaso ma nel complesso molteplici passaggi del film restano nella mente per poi tramutarsi in idee o motivi di discussione e confronto con gli altri.
Diva Futura (2024): Barbara Ronchi
Diva Futura (2024): Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan
La vera debolezza di Diva Futura non va ricercata nel contenuto, bensì nella forma. A onor del vero, gli interpreti sono stati tutti all'altezza, soprattutto i membri femminili del cast, da Barbara Ronchi a Denise Capezza fino a Tesa Litvan, che ci regala un'Eva Henger molto più profonda di quanto si possa immaginare. Anche Castellitto se la cava, esibendo un Riccardo Schicchi giocherellone, entusiasta, eccentrico ma (diciamolo) molto simpatico. Tuttavia, la narrazione privilegiata dal film è decisamente caotica e poco convincente. Si passa da un evento all'altro in maniera troppo brusca. Mentre i minuti scorrono, si ha costantemente la sensazione di aver saltato qualche passaggio, come se la sceneggiatura desse per scontate informazioni vitali che non tutti conoscono. Non aiuta il fatto di aver trattato con scarso riguardo certi personaggi, come Cicciolina (che si vede troppo poco) e la segretaria Debora, un vero spreco della bravura di Barbara Ronchi. Il risultato di questa confusione è l'abbassamento dell'impatto emotivo che certe scene avrebbero dovuto avere. Pur provandoci con insistenza, Diva Futura emoziona a singhiozzi e presenta una parte centrale nettamente più sottotono rispetto ad un inizio promettente ed una conclusione efficace. Le due ore piene di durata purtroppo rischiano di farsi sentire. Snellire o modificare certe scelte forse avrebbe aiutato la digestione del materiale filmico.
Diva Futura (2024): Denise Capezza, Giulia Louise Steigerwalt
Al di là dei difetti, Diva Futura è un prodotto discreto e che intende parlare tanto alle nuove generazioni quanto a coloro che hanno vissuto gli anni in cui nasceva e si consolidava la pornografia italiana. Un pezzo di Storia forse minore ma che vale la pena riscoprire e discutere, soprattutto se consideriamo la necessità odierna di affrontare certi tabù con maturità e senza pregiudizi negativi. In merito a ciò, il film della Steigerwalt può solo aiutare.
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