Espandi menu
cerca
L'orto americano

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

Commenti brevi
  • L’orto americano è un film che punta tutto sull’atmosfera e sull’estetica, ma si perde in una trama confusa e poco efficace. Avati conferma la sua capacità di creare tensione visiva, ma la storia fatica a decollare e lascia più domande che risposte.

    leggi la recensione completa di Letiv88
  • Parecchie ombre e poche luci. Tutto quasi perfetto....tranne un'eccessiva verbosità. voto 6-

    commento di ripley2001
  • Ci sono alcune scivolate di gusto disgustose, che avrei evitato. Nel complesso è un discreto film. Voto: discreto

    commento di Yusaku87
  • Un film imperfetto che riesce comunque a regalare le emozioni tipiche del cinema di Pupi Avati, quasi una summa della filosofia del regista bolognese. E se tutto sembra inquadrarsi in quel "gotico padano" cosi tipicamente "avatiano", allo spettatore più attento non sfuggiranno i richiami alla vena più romantica del regista.

    leggi la recensione completa di GIANNISV66
  • Un bianco e nero sfavillante ma una trama verbosa e poco attrattiva sicuramente lontana dai gioielli del regista di tanti anni fa. Certo a osato fare vedere una vagina che esce da un vasetto ma tutto sommato il film non mi e' piaciuto e ho avuto reazioni di giubilo quando il giovane e' finito in manicomio...alla lunga mi stava sui maroni...

    commento di ezio
  • Ho ravvisato una certa incoerenza filologica nello sviluppi narrativo de "L'orto amerano", come un qualcosa che mancando all'appello crea un'attesa che passa invano. Ma non al punto da togliere gradevolezza alla visione di questo horror "rurale" avvolto in un cupo bianco e nero. Film che conferma Pupi Avati come un sapiente creatore di atmosfere.

    commento di Peppe Comune
  • Pupi Avati confeziona un piccolo capolavoro, con questo suo gotico padano, tra nebbie, misteri, follia e colpi di scena. si ritorna un po' ai grandi noir anni 40-50 Hitchcock, Lang, Preminger ... fotografia in B/N strepitosa, film da non perdere soprattutto per gli estimatori del genere

    commento di giulmar