Regia di Jianjie Lin vedi scheda film
Breve storia di una famiglia (2024): locandina
AL CINEMA
Due ragazzi cinesi in età teen, diversi nel carattere come nel ceto economico-sociale di provenienza, diventano amici a seguito di un maldestro incidente a seguito del quale l'estroverso ed agiato Tu Wei (Lin Muran), per scusarsi di un leggero infortunio che gli aveva procurato con un lancio di palla, decide di trascorrere il pomeriggio insieme a Yan Shuo, ragazzo di umili origini, silenzioso, riservato, orfano di madre e con un padre fisicamente non in buona salute.
Ecco allora che quest'ultimo, pur celando per indole ogni emozione, al punto da indurre lo spettatore che si stia inventando tutto riguardo alle proprie disagiate dinamiche familiari, si trova per la prima volta nella sua breve vita, a varcare la soglia di una ordinata e quasi asettica casa alto-borghese.
Da quel momento, accolto con calore da due genitori dell'amico un po' tristi e malinconici, forse per aver dovuto cedere alle passate volontà del governo cinese di imporre massimo un figlio a coppia per calmierare la troppo alta natalità di fine '900, ecco che il ragazzo inizia a manifestare una volontà, celata da un atteggiamento impassibile e quasi privo di emozioni, di assuefarsi allo stile di vita di coloro che vi abitano. Al punto da sembrare quasi di versi sostituire al figlio legittimo, viziato e più superficiale, della coppia.


Strutturato come un thriller dei sentimenti e dei desideri inespressi, Breve storia di una famiglia si concentra sulla circostanza di come questa accennata naturale, cordiale e disinteressata accoglienza di un amico del proprio figlio unico, Shuo, nella famiglia ricca e triste, sconvolga gli equilibri fragili esistenti, portando alla luce conflitti e tensioni sepolte da una quotidianità trascorsa a medicare ferite che ora tornano a pulsare e a manifestare la propria irruento purulenza.
Con le ambiguità tipiche di un thriller a sfondo sociale che richiama per certi versi le dinamiche di lotta sociale sottile ma efferato portate avanti scaltramente e risultati artistici assai convincenti dal noto e premiato film sudcoreano Parasite, "Breve storia di una famiglia" è un film che, attraverso una storia intima e personale di un'esperienza di crescita drammatica e presa di coscienza di stili e modi di vita fino a poco prima nemmeno immaginabili, affronta con maturità e un coté incalzante e scientemente ambiguo, tematiche universali come il cambiamento sociale, i legami familiari come risorsa imprescindibile quando essa viene a mancare nella sua essenza più solida, i segreti intimi inconfessabili e la ricerca dell'identità di individui ancora acerbi in esperienza, ma desiderosi di imparare e maturare esperienze.


E il sentimento lancinante del senso di colpa che induce ad aprirsi verso estranei, scoprendo ferite che sembravano dimenticate da una routine di vita che sceglie nell'oblio la soluzione più concreta per superare traumi o sofferenze altrimenti latenti e persistenti.
Il film, opera prima del regista esordiente Jianjie Lin, pecca un po' di furbizia nel voler costruire la sua vicenda smaltandola di un'aurea thriller che poi finisce per affievolirsi in un nulla di fatto. Ma le tematiche intime, drammatiche, spesso impellenti restano in un'opera che fa ben sperare nel prosieguo di carriera del suo giovane, interessante autore.
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