Regia di Carlo Tuzii vedi scheda film
Daniele, giornalista televisivo, ha il chiodo fisso dell'inchiesta: indaga argomenti scabrosi e scottanti, ma un dirigente fa sempre in modo di tagliare i suoi servizi o addolcirli in qualche modo. Effettua un importante reportage sulla carestia e la fame nel mondo, che viene mandato in onda pesantemente modificato e ottiene un grande successo. Daniele si sente svenduto e umiliato, ma ha ancora una idea per risollevare la statura intellettuale della sua carriera.
Con questo titolo prende vita la carriera cinematografica di Carlo Tuzii, classe 1931, che già aveva lavorato per la Rai; una pellicola post-sessantottina dagli argomenti abbastanza comprensibili e concreti, per quanto sopra la media dal punto di vista idealistico e intellettuale. Ciao Gulliver, con il suo profondo indagare sulla corruzione della comunicazione – in particolare quella televisiva – nel Paese, potrebbe ricordare il coevo approccio di Corrado Farina (tra il cortometraggio I tarli, del 1970, e il potente messaggio di Hanno cambiato faccia, dell'anno seguente); di sicuro Tuzii mette in scena un'opera ben chiara negli intenti di critica, al netto di qualche evitabile ingenuità, ma al contempo sufficientemente godibile nella struttura narrativa e nella costruzione dei personaggi: il che non è poco. Il regista firma anche la sceneggiatura insieme ad Aldo Nicolai, Amedeo Pagani, Barbara Alberti e al protagonista Antonello Campodifiori (a dire il vero non eccelso come interprete). Nel cast compaiono anche Enrico Maria Salerno, grandioso villain delle circostanze, Sydne Rome, Lea Padovani, Lucia Bosè e, in una particina, Marco Ferreri – altro nome non certo insospettabile in un simile contesto. L'idea del titolo è piuttosto didascalica, ma funzionale: il protagonista è una sorta di Gulliver moderno, moralmente parlando un gigante tenuto a freno da una moltitudine di nani. Tuzii non girerà mai più per la sala cinematografica, ma proseguirà come regista di pellicole televisive, collaborando anche con Vittorio Gassman. 4/10.
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