Espandi menu
cerca
Emilia Pérez

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

Recensioni

L'autore

obyone

obyone

Iscritto dal 15 dicembre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 97
  • Post 7
  • Recensioni 586
  • Playlist 20
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Emilia Pérez

di obyone
8 stelle

 

Karla Sofía Gascón, Zoë Saldana

Emilia Pérez (2024): Karla Sofía Gascón, Zoë Saldana

 

"Emilia Pérez" sin dalla presentazione al Festival di Cannes 2024 ha suscitato innumerevoli polemiche. Criticato per l'assegnazione del Prix d'Interprétation Féminine all'attrice trans gender Karla Sofía Gascón, accusato di aver veicolato un'immagine distorta e pregiudizievole del Messico ed, infine, ammorbato dalle opinioni sui social media di Gascon, "miracolosamente" riapparse nel momento "opportuno" per decretare con cieco opportunismo e chirurgica efficienza la fine delle ambizioni da Oscar dell'attrice spagnola. Di certo è vero che "Emilia Pérez" è stato concepito e girato da un regista francese e che nel cast principale figura una sola presenza messicana ovvero l'attrice Adriana Paz. Sono dunque legittime le obiezioni di chi si è espresso contro il film basandosi su queste considerazioni. I panni sporchi sarebbe meglio lavarli in casa e forse un giudizio espresso dall'interno sarebbe stato accolto con minor rancore dalla nomenclatura e dagli intellettuali del paese. Che i messicani si siano offesi dallo "spagnolo" di Selena Gomez o dai presunti luoghi comuni che pullulano all'estero non è stupefacente. Tuttavia non si possono ignorare le numerose criticità di un paese invaso dalla violenza dei cartelli della droga.

 

Karla Sofía Gascón

Emilia Pérez (2024): Karla Sofía Gascón

 

Jacques Audiard ha svolto il compitino con diligenza e si è documentato su un fenomeno noto a livello internazionale ovvero la sparizione di uomini e donne per mano della criminalità organizzata. Un cancro che affligge un paese sempre sul baratro di un'implosione democratica. Audiard ha scelto il musical e la transizione di genere per affrontare in modo originale l'annosa questione della violenza di cui le strade del paese sono piene. Le critiche sulla scelta del tema e del genere cinematografico sono, perciò, abbastanza gratuite. Un autore è pur sempre libero di affrontare un tema, seppur doloroso, secondo la propria sensibilità e secondo gli strumenti che il cinema propone. Detto ciò credo che il genere musicale non abbia sminuito la gravità degli eventi trattati. Anzi, musica e canzoni hanno spinto lo spettatore verso un approccio più umano nei confronti di un personaggio davvero negativo, un assassino, un sadico criminale, il narratore violento di una storia di morte e soprusi. La passione veicolata dalle note ed il ritmo dei corpi ci hanno parlato di crimini ma anche di infelicità, di angoscia, di insofferenza verso una condizione psicologica e fisica insopportabile. Senza i passi di danza e le parole del canto sarebbe stato difficile accettare le nefandezze del protagonista e riversare su di lui l'umana misericordia che ogni infelice merita a prescindere dalle sue azioni passate.

 

Karla Sofía Gascón

Emilia Pérez (2024): Karla Sofía Gascón

 

La transizione di genere per Audiard è un atto umano ma anche politico. Diventando donna, Manitas cambia completamente profilo. E, da efferato capo del cartello, si tramuta in virginale Madonna a cui ricorrere per ottenere la grazia di una restituzione. Non è un caso che la metamorfosi da uomo a donna, da delinquente ad attivista si compia tra le luci mutevoli di Paul Guilhaume. Le variazioni cromatiche abbracciano i neri desolanti e paurosi della violenza e della paura iniziale per poi virare nei toni vivaci e solari della nuova Emilia Pérez che scava nel buio delle fosse comuni per ridare luce ai tanti desaparecidos della sua terra.

Audiard ci dice apertamente che una società più "femminile", non necessariamente una società di sole donne, sarebbe più giusta, politicamente orientata al welfare e ai bisogni dei deboli.

Dove, però, c'è uno Yin c'è uno Yang. Chi è nato lupo può davvero trasformarsi in agnello? Non tornerà, forse, a digrignare i denti una volta ferito? Di nuovo la luce di Guilhaume si spegne nelle tenebre della notte. I soldi ripuliti dalla chirurgia tornano a sporcarsi di sangue. Le vecchie maniere per risolvere le questioni tornano fuori al ritmo incisivo di fucili montati e smontati con cadenzata manualità da sicari addestrati.

Qui la narrazione di Audiard si fa più greve. Chi nasce mascalzone tale rimane, chi diventa santo continua la sua processione divina.

Yin e Yang anche nella scelta finale dell'avvocata Castro. Perché la vita è lastricata di buone intenzioni e cosparsa di peccati. E sarebbe ingiusto indulgere sugli uni senza tener conto degli altri.

 

Rassegna Cinemalcastello - Castello di Romeo - Montecchio Maggiore (VI)

 

Zoë Saldana

Emilia Pérez (2024): Zoë Saldana

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati