Nella Città del Messico degli anni '40, Lee si aggira per i club e i bar della città popolati da studenti universitari americani espatriati, soldati congedati e altri personaggi ai margini della società. Si infatua di un militare della marina americana in congedo, il tossicodipendente Allerton, che, sebbene indifferente alle sue avances, alla fine cede, ma solo quanto basta per rendere ancora più ossessionati i desideri sessuali di Lee. Quindi, i due intraprendono un viaggio attraverso il Sud America alla ricerca di una droga nota come Yage, che secondo Lee lo renderà un sensitivo.
A metà film si vede distintamente una comparsa che aspetta il segnale per muoversi: segno che è stato girato in fretta, segno che Guadagnino deve rallentare e fare meglio i film, piuttosto che accumulare queste specie di inerti cataloghi di arredamento manieristi, banali e freddi, per dimostrare di essere il grande artista che non è.
Perfino lo sguardo estetizzante di un Guadagnino alle prese con le sue solite ossessioni esistenziali ed una Cinecittà posticcia travestita da Città del Messico, non riescono a neutralizzare del tutto le angosce proteiformi del modello letterario di riferimento. L'uso maieutico degli stupefacenti dà sempre buoni frutti.
Dov'è finito lo sguardo caldo, poetico, artistico-letterario di 'Call me by your name'?
E il montaggio divino di Walter Fasano?
E l'eleganza di luoghi e costumi, qui peraltro inesistenti e rinchiusi in una squallida rivisitazione messicana e claustrofobica dentro Cinecittà, anziché a Pandino e Crema?
Pensieri & parole. Già per il singolo individuo, non risulta per niente così semplice e immediato far comprendere agli interlocutori di turno i propri pensieri attraverso i termini lessicali e i comportamenti, soprattutto quando si tratta di spingersi a mettersi a nudo, affrontando questioni delicate/compromettenti, siano esse di natura intima o relegate a delle intenzioni che,… leggi tutto
"La storia di William Lee (Craig), queer che vive a Città del Messico dove incontrerà il giovane Eugene (Starkey) di cui si innamorerà in un'unica e controversa storia ai limiti della follia e dell'ossessione", firma così il suo quattordicesimo lungometraggio Luca Guadagnino, con una storia riflessiva e colma di pathos (soprattutto da parte di Craig). Il film, diviso… leggi tutto
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#queer
#queermovie
Mostra del Cinema Venezia
Venezia81
Concorso
Dov'è finito lo sguardo caldo, poetico, artistico-letterario di 'Call me by your name'?
E il montaggio divino di Walter Fasano?
E l'eleganza di luoghi e costumi, qui peraltro inesistenti e rinchiusi in una… leggi tutto
Impressionante emotivamente l' ultimo film di Guadagnino , che rimugina sull' ossessione , sul desiderio e sull' amore negato tra due uomini. Lee uomo cinquantenne ( in realtà William Burroughs autore di grande talento ) vive in Città del Messico , nascondendosi per motivi personali.
Si infatua del giovane Eugene , che sulle prime si nega e si fa desiderare sempre di…
Qualcosa non torna nel sistema cinema, questo film ci è costato 17 milioni di aiuti pubblici (quindi lo abbiamo pagato tutti noi) e ne ha incassato 1....ogni altra considerazione è superflua ed è l'esatta misura del cinema italico (ma non solo) contemporaneo, di fatto inguardabile perchè pagato a peso d'oro anche se nel 90% dei casi trattasi di immondizia.
Ah per…
William Lee (Daniel Craig) è un omosessuale americano trasferitosi in Messico, siamo nel secondo dopoguerra. L'uomo passa le sue giornate a chiacchierare con amici che condividono le sue tendenze, bere, fumare e fare uso di droghe in attesa che arrivi la notte. Calato il sole, infatti, Lee va alla costante ricerca di bei giovanotti con cui intrattenersi carnalmente. La sua…
Sono settimane in cui non c'è molto da fare oltre a guardare un po' sconsolati i risultati del box office. A fronte di una offerta debordante in termini puramente quantitativi, siamo costretti a rimarcare che…
Luca Guadagnino con "Queer" sceglie un progetto decisamente poco omologato, dopo "Challengers" che risultava probabilmente più "commerciale", ispirandosi ad un romanzo a tematica omosessuale dello scrittore maledetto William S. Burroughs e coinvolgendo come protagonista un divo come Daniel Craig, che ha accettato coraggiosamente un ruolo molto più rischioso dei soliti su cui ha…
Incastonato a valle delle vacanze di Pasqua e tra due lunghi ponti che devono avere ingolosito un po' tutti, questo fine settimana di box office è stato un po' debole, ma è probabile che a limare…
Elogio dello spirito oltre - ma non sostitutivo - la materialità corporea, che si nutre di stimoli fisici originati dal desiderio. Luca Guadagnino attraverso “Queer” (2025), si lancia nell’impresa impossibile, di tradurre in immagini, la complessa prosa di William S. Burroughs. Un’opera profondamente lacerata, tanto quanto la fonte originaria. L’americano…
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: QUEER
Al termine della visione di Queer si percepisce l’ossessione di Luca Guadagnino nei confronti di questa opera maledetta di William S. Burroughs da noi uscita col titolo di Checca.
La trasposizione di questo libro per il regista è come la ricerca dello Yage da parte del protagonista, una radice i cui effetti psichedelici ti permettono…
"La storia di William Lee (Craig), queer che vive a Città del Messico dove incontrerà il giovane Eugene (Starkey) di cui si innamorerà in un'unica e controversa storia ai limiti della follia e dell'ossessione", firma così il suo quattordicesimo lungometraggio Luca Guadagnino, con una storia riflessiva e colma di pathos (soprattutto da parte di Craig). Il film, diviso…
Negli anni 50, nel mondo anglosassone — e ancor più tra gli espatriati messicani rifugiatisi in Messico — queer significava frocio, checca, invertito : termini che portavano con sé l'eco della marginalizzazione, della vergogna e della violenza. William Burroughs, per scrivere il suo romanzo, parte proprio da questa ferita. Guadagnino sceglie di riportarlo alla luce,…
Non fatevi ingannare dalla quantità di elementi che compongono la lista delle "nuove uscite" della settimana. Sulla carta ci sono 22 film ma di questi ben 8 fanno parte dell'importante rassegna organizzata da…
Venezia 81. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Un centinaio di pagine. Tanto durò il mio personale “viaggio” con lo scrittore William S. Burroughs prima di gettare la spugna e chiudere quel volume dalla copertina gialla, edito da Adelphi, che una carissima amica mi regalò in occasione di un compleanno. Avevo, su per giù, venticinque…
Purtroppo questo lunedì non riusciamo a comporre il solito commento al box office della settimana e dobbiamo pubblicare la semplice lista delle prime venti posizioni. Però, anche se costretti alla…
Pensieri & parole. Già per il singolo individuo, non risulta per niente così semplice e immediato far comprendere agli interlocutori di turno i propri pensieri attraverso i termini lessicali e i comportamenti, soprattutto quando si tratta di spingersi a mettersi a nudo, affrontando questioni delicate/compromettenti, siano esse di natura intima o relegate a delle intenzioni che,…
Anche quest' anno l'avventura veneziana alla Mostra del cinema di Venezia è stata un tour de force appassionante, stancante certo, ma vissuto con il… segue
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Commenti (6) vedi tutti
Droga,alcool,rapporti gay e simbolismi a non finire.Lo 007 Graig c'è la mette tutta a gestire questo pastrocchio con tanta inventiva e poco senso.
commento di ezioA metà film si vede distintamente una comparsa che aspetta il segnale per muoversi: segno che è stato girato in fretta, segno che Guadagnino deve rallentare e fare meglio i film, piuttosto che accumulare queste specie di inerti cataloghi di arredamento manieristi, banali e freddi, per dimostrare di essere il grande artista che non è.
commento di r.237Film stupendo, una gioia per gli occhi amanti del cinema. Daniel Craig forse al suo top.
commento di LordClamPerfino lo sguardo estetizzante di un Guadagnino alle prese con le sue solite ossessioni esistenziali ed una Cinecittà posticcia travestita da Città del Messico, non riescono a neutralizzare del tutto le angosce proteiformi del modello letterario di riferimento. L'uso maieutico degli stupefacenti dà sempre buoni frutti.
commento di maurizio73Ad di là del desiderio, cerchiamo ben altro. Splendido
commento di Marsil_ClaritzDov'è finito lo sguardo caldo, poetico, artistico-letterario di 'Call me by your name'? E il montaggio divino di Walter Fasano? E l'eleganza di luoghi e costumi, qui peraltro inesistenti e rinchiusi in una squallida rivisitazione messicana e claustrofobica dentro Cinecittà, anziché a Pandino e Crema?
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