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When Evil Lurks

Regia di Demián Rugna vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su When Evil Lurks

di Dany9007
7 stelle

Innanzitutto un merito: davanti a decine di prodotti che hanno sempre replicato la formula de L’esorcista, il regista argentino Rugno decide di spaziare in un contesto ed un approccio completamente diverso. Non siamo infatti nelle claustrofobiche città e chiusi tra le mura domestiche. L’ambientazione al contrario si sviluppa in un futuro indefinito dove sostanzialmente la “possessione” da parte del Maligno è constatata e soprattutto, a differenza degli stereotipi sugli indemoniati tale condizione non ha né i sintomi né le modalità di diffusione che ci si possono aspettare dalla tradizione cinematografica ispirata al Cattolicesimo. Innanzitutto nel film vi è un chiaro riferimento al fatto che la Chiesa non esiste più quindi il concetto di esorcismo nel modo in cui lo intendiamo non esiste più, ma soprattutto il male si diffonde pressochè come un morbo, un contagio capace di trasmettersi a coloro che sono stati in contatto con i malati. Se appunto queste trovate narrative sono un espediente del tutto nuovo, così come l’evoluzione della trama ha dei picchi di tensione eccellenti, nella seconda parte del film assistiamo invece ad una sorta di assestamento in cui viene messa troppa carne al fuoco: tra qualche citazione ai bambini de Il villaggio dei dannati, passando per la nascita del maligno dal corpo del primo contagiato (il “marcio” Uriel, davvero disgustoso) arriviamo ad una sequenza di situazioni e spiegazioni che sembrano coprire un po’ di buchi o comunque abbastanza confusionarie nella loro esposizione. Non so quante volte infatti, nella trama qualcuno aggiunge delle spiegazioni su cosa fare o non fare di fronte ad un posseduto, quali elementi siano pericolosi (es. La corrente elettrica), tra riferimenti alle modalità di eliminazione fino alla clamorosamente ingenua morte della “pulitrice” che si mette a montare una specie di treppiède necessario al suo scopo salvo poi aver bisogno che il posseduto le mostri la nuca per eliminarlo. Mi lascia ancora perplesso il fatto che sebbene consapevoli che l’autistico Jair sia posseduto, questi venga lasciato solo con la nonna, la quale verrà infatti divorata dal nipote. Qualche anomalia si registra anche negli effetti di questa possessione: in alcuni casi questa permette che i contagiati riappaiano senza un graffio (è il caso della piccola Vicky), diversamente avviene con Sabrina che invece riappare con il volto sfigurato a seguito dell’incidente in auto. Diciamo che queste carenze lasciano qualche dubbio sulla linearità della trama che nella prima parte sembra promettere davvero bene e con sequenze significativamente inquietanti come l’omicidio e suicidio di Ruiz e la moglie, nonchè la sequenza di Vicky sbranata dal cane di famiglia. In ogni caso un buon prodotto il cui maggior merito, a mio avviso è quello di uscire dagli schemi di un genere spesso logoro come spesso avviene nella rappresentazione degli zombie piuttosto che dei vampiri.

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