Regia di Herbert Wise vedi scheda film
Il console romano Svetonio ha lasciato una cittadina della Gallia nelle mani di Silla, che amministra in maniera a dir poco crudele. La rivolta non tarda a venire, grazie al ribelle Gor, con la complicità di Brenno. Sarà proprio quest'ultimo a combattere il duello finale contro Silla, nell'arena, davanti a Svetonio.
Un'avventuretta pseudostorica, un'ora e mezza di intrattenimento facilotto che segue un andamento prevedibile, diretto a un inevitabile lieto fine. Questo è Solo contro Roma, produzione interamente italiana (ma con riprese in terra slovena) diretta da Herbert Wise, alias di Luciano Ricci, qui all'esordio come regista 'in solitaria'; il Nostro aveva infatti già collaborato (presumibilmente in larga parte) alle riprese, l'anno precedente, di Giuseppe venduto dai fratelli, formalmente accreditato però a Irving Rapper. Curiosamente anche qui si ritrova a dover condividere i crediti di regia con un nome decisamente più altisonante: questa volta è Riccardo Freda, che nei titoli di testa viene indicato come colui che ha diretto le scene di combattimento nell'arena. Non poco, a ogni modo, anche solo considerando la lunga e risolutiva sequenza conclusiva. La trama non ha nulla di storicamente concreto e non va oltre alla definizione di 'plausibile'; la scrittura di personaggi, situazioni e dialoghi non va però granché in profondità, nella sceneggiatura di Gianni Astolfi, Ennio Mancini e Gastad Green – l'unico del trio a usare uno pseudonimo, dietro cui si cela Ernesto Gastaldi. Il ritmo è modesto, la recitazione non eccelsa soprattutto considerando che al centro del cast ci sono Philippe Leroy, Gabriele Tinti, il canadese Lang Jeffries (che vivrà un rispettabilissimo percorso all'interno del nostro cinema di genere, nel decennio successivo) e Rossana Podestà. Giuste le musiche di Armando Trovajoli. Il peplum è in declino e operine come questa lasciano intuire come i mezzi, ma soprattutto le idee, vadano scemando. 3/10.
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