Regia di Takashi Yamazaki vedi scheda film
L'uomo (U.S.A.) inventa la bomba atomica, la natura (Godzilla) metabolizza e la fa sua, la natura risponde all'uomo (Giappone).
Come si fa a sconfiggere la natura ora che l'hanno resa più forte? Con la natura stessa, con il mare.
Questo, secondo me, è il Godzilla di Yamazaki, un ritorno al suo vero significato, strettamente legato all'atomica e ciò che ha significato per il Giappone.
Il film è politico, un duro attacco alla guerra, al governo Giapponese che sembra non aver imparato nulla dalla sconfitta e continua a sbagliare, un governo che viene incolpato quasi più degli Stati Uniti per quello che è successo al suo popolo, un popolo che è l'unico innocente e che riesce a salvarsi con le proprie forze.
C'è poi quella scena, troppo palese per essere non voluta, che risponde ad Oppenheimer, che risponde a Nolan, che risponde all'America. Quel silenzio prima della detonazione ha un significato profondo, viscerale. Yamazaki parla per tutta la sua nazione, quasi a voler dire: "Noi l'abbiamo vissuto sulla nostra pelle, noi sappiamo cosa vuol dire, noi possiamo parlarne".
Tutto questo con una classe immensa, una regia stupenda, una colonna sonora tra passato e presente, una ricostruzione favolosa di un Giappone distrutto che si sta rialzando e che viene ributtato giù.
La miglior esperienza di quest'anno al cinema.
Oppure è solo un film con un mostrone gigante.
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