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River

Regia di Junta Yamaguchi vedi scheda film

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La recensione su River

di alan smithee
7 stelle

 

CINEMA OLTRECONFINE

Mikoto, una giovane cameriera che lavora nella locanda "Fujiya" a KIBUNE, una località di campagna nei pressi di Kyoto, si ritrova, come frutto di un bizzarro incantesimo, a rivivere gli stessi minuti più e più volte.

La cosa si verifica ogni volta che ella si ritrova in prossimità del piccolo fiume che cinge il ristorante. La sua giornata inizia con la proprietaria della locanda che la chiama al lavoro, ma dopo poco tempo, si ritrova di nuovo al punto di partenza.

Il tema dei cosiddetti "loop temporali", effettivamente piuttosto accattivante e sempre sorprendente al cinema, fautore di commedie scoppiettanti diventate gioielli di riferimento in materia, come l'indimenticato Ricomincio da capo dei primi '90, diretto con brio da Harold Ramis, con Bill Murray e la deliziosa Andie McDowell, o psico-thriller galvanizzato come l' iberico Los Cronocrimenes, del 2007 di Nacho Vigalondo (per non scomodare la trilogia di Zemeckis di Ritorno al futuro, vero e proprio oggetto trino culto). Anche in Giappone tali assurdi temporali stanno diventando un ricorrente fenomeno di tendenza.

Dopo il recente Mondays, già incentrato su impossibili, ma affascinanti sfasamenti temporali, questo apprezzato River del 2023, nelle sale francesi in questo periodo, torna a giocare con un fenomeno che, a complicare le cose, questa volta si verifica con una cadenza velocissima: ogni due minuti, come se il tempo inciampasse costantemente su un ostacolo invisibile, comportandosi come un disco rotto che ripete ottusa ente senza sosta un refrain in modo che risulta ripetitivo, illogico, innaturale e sin grottesco.

Il regista Junta Yamaguchi si concentra in uno spumeggiante e brillante esercizio di stile che ha come ambientazione una location unica, stravagante e un po' kitsch, ovvero una semplice e schietta locanda di campagna in una località di un profondo Giappone rurale piuttosto inedito cinematograficamente.

River giova con ironia sulla ripetizione, che si sviscera e avvicenda senza stancare, riuscendo a sorprendere ogni volta grazie a personaggi divertenti e piccole intriganti, a volte esilaranti variazioni tematiche di cui è cosciente ed autrice la protagonista intrappolata nel loop, vittima ma anche complice di quell'insolito, inspiegabile fenomeno.

Il regista si prodiga altresì a fornire un tentativo di risposta finale al mistero della ripetizione, ma tutta la spiegazione si mantiene sul lato intimo, complice e introspettivo del personaggio principale della giovane, senza scomodare chissà quali misteri o fenomeni misteriosi, e rendendo più originale lo sviluppo.

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