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Biancaneve

Regia di Marc Webb vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Biancaneve

di Lina
2 stelle

Remake scialbo e patinato in live action del film d'animazione del 1937 penalizzato da un cast inadeguato e da una sceneggiatura scontata e noiosa che non sa brillare in nessun momento.

Insipido è l’aggettivo più adatto per descrivere questo film. È stata una delusione, davvero mi aspettavo di più dalla Disney. I tempi in cui creava e produceva versioni uniche e magiche delle fiabe più famose, sembra finito. Con questa pellicola, la nota casa cinematografica sembra aver esaurito tutto il suo estro.

 

Sceneggiatura inconsistente e piatta, priva di idee efficaci ma invece densa di dialoghi banali all'interno di una trama noiosa e sterile, che non segue gli schemi classici della fiaba originale, introducendo trovate inedite deboli e poco coinvolgenti, più un finale vergognosamente elementare e melenso.

 

Non si percepisce nessuna atmosfera magica nonostante il film possieda peculiarità ed elementi fantastici. Mediamente belle e piacevoli soltanto le ambientazioni e le scenografie, carina ma non memorabile qualche canzone e seccante e tediosa qualcun’altra; il resto fa acqua da tutte le parti.

 

Il livello di recitazione è penoso, da scuola media direi, con interpreti tutt’altro che incisivi. Gal Gadot nel ruolo della regina cattiva Grimilde è innaturale. Potrà anche avere la presenza scenica di tale personaggio, ma la sua interpretazione è incolore. Non ha in sé la giusta essenza da villain. È caratterizzato meglio lo specchio di lei!

 

Mentre Rachel Zegler ha un visetto molto delicato e carino, ma troppo emaciato per incarnare quello più pieno della Biancaneve del film di animazione. Canta discretamente, ma non mi ha convinta in questo ruolo e non per le sue origini colombiane e polacche, (per me non fa alcuna differenza), bensì perché era troppo stucchevole e scialba in tanti punti, sino al finale che tenta di essere avvincente (ma non lo è), in cui acquisisce doti femministe progressiste fuori luogo e fuori tempo.

 

Il messaggio del potere delle donne diventa scontato, sa di già visto ormai e non è in tema con gli standard della favola, che difatti, estromette dalla scena il principe azzurro (e senza la sua presenza iconica la fiaba perde il simbolismo originale) rimpiazzandolo grossolanamente con un ladro ribelle che non solo non è avvenente (Andrew Burnap è proprio fuori parte, senza carisma alcuno) come dovrebbe essere, ma non sa neanche proteggerla o distinguersi in un qualsiasi modo.

Lei riesce a salvarsi da sola, okay, una trovata in armonia con i tempi attuali, ma che stravolge comunque gli stereotipi immortali della fiaba per eccellenza.

 

Cosa rimane impresso in tutto questo? Forse solo gli animaletti simpatici sempre in movimento attorno alla protagonista, che prendono vita grazie al live action.

 

Era molto più interessante e ben fatto il film d’animazione del 1937 di cui quest’opera conserva solo l’estetica, ma non l’essenza.

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