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Sleeping Dogs

Regia di Adam Cooper vedi scheda film

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La recensione su Sleeping Dogs

di Letiv88
6 stelle

Nonostante alcune incertezze, il film mantiene una tensione costante e un’intensità coinvolgente.

locandina

Sleeping Dogs (2024): locandina

Sleeping Dogs (2024) di Adam Cooper è un thriller psicologico che cattura immediatamente l’attenzione. Russell Crowe torna come non lo si vedeva da anni con un’interpretazione intensa e magnetica. Il film costruisce un mondo ambiguo e teso, dove dettagli e silenzi creano costante suspense e un senso di inquietudine. Ha diviso il pubblico: la critica lo ha in gran parte respinto, mentre gli spettatori ne hanno apprezzato atmosfera, ritmo e l’intensità dei personaggi. In Italia, il film è stato distribuito direttamente in streaming su Prime Video, senza passare dalle sale.

Roy Freeman (Russell Crowe), ex detective della omicidi che lotta contro l’Alzheimer, si sottopone a un trattamento sperimentale per stimolare la memoria, ma durante questo percorso viene nuovamente coinvolto in un vecchio caso che aveva seguito anni prima: l’omicidio del professor Joseph Wieder (Marton Csokas), allora indagato insieme al partner Jimmy Remis (Tommy Flanagan)Isaac Samuel (Pacharo Mzembe), condannato a morte per quell’omicidio, si dichiara innocente e chiede l’aiuto di Freeman per chiarire la propria posizione.

Costretto a fare affidamento su vecchi fascicoli, registrazioni dell’epoca e sui pochi ricordi che riaffiorano grazie al trattamento, il detective si confronta con persone legate al caso, tra cui Laura Baines/Elizabeth Westlake (Karen Gillan) e Wayne Devereaux (Thomas M. Wright), ognuno con un ruolo nel mistero da ricostruire. Man mano che ricompone i dettagli, deve districarsi tra informazioni incomplete e ricordi incerti, cercando di districare la verità in mezzo a ricordi incerti e informazioni incomplete.

Adam Cooper, alla sua prima esperienza come regista e co-autore della sceneggiatura insieme a Bill Collage, adatta il romanzo Il libro degli specchi di Eugen Ovidiu Chirovici in un thriller psicologico intenso e coinvolgente. La regia utilizza luci, inquadrature e silenzi per evidenziare la vulnerabilità e lo smarrimento del protagonista, mentre la sceneggiatura approfondisce memoria, colpa e responsabilità, guidando lo spettatore attraverso un intreccio complesso e pieno di ambiguità. Pur con qualche passaggio frammentario e scene più complesse che mostrano i suoi limiti, l’intreccio mantiene alta la tensione e cattura l’attenzione grazie ai conflitti e alle scelte tormentate dei personaggi.

Russell Crowe resta il fulcro del film, incarnando un detective segnato dal tempo e dalla malattia, la cui lotta personale si intreccia con il mistero dell’omicidio da risolvere. Karen Gillan, nei panni di Laura Baines/Elizabeth Westlake, porta sullo schermo un personaggio ambiguo, dalla natura di “femme fatale”: la sua presenza aumenta il senso di incertezza e mantiene vivo il sospetto, rendendo ogni interazione carica di tensione. Marton Csokas e Tommy Flanagan contribuiscono a delineare il passato del caso, incarnando figure che hanno un peso concreto nel percorso di Freeman, mentre Thomas M. Wright e Pacharo Mzembe introducono sfumature morali e psicologiche, accentuando conflitti e ambiguità. Insieme, il cast costruisce un mosaico di relazioni complesse, ogni personaggio aggiunge profondità alla suspense. Tutti contribuiscono a mantenere il ritmo serrato della narrazione.

Sleeping Dogs mostra limiti evidenti, sia nella gestione di alcune scene complesse sia nei passaggi più frammentari della trama, ma riesce comunque a mantenere una tensione costante e un’intensità coinvolgente. Il film esplora temi delicati come fragilità, memoria e responsabilità, intrecciando la dimensione personale del protagonista con il mistero da risolvere. La narrazione guida lo spettatore attraverso dubbi, ambiguità e conflitti morali, creando un percorso che stimola la riflessione sui limiti della percezione e della verità. Il finale, pur risultando in parte prevedibile, riesce a sorprendere in piccoli dettagli inattesi, regalando quel “ah” che chiude con forza il viaggio di Roy, lasciando un’impressione duratura, senza sciogliere del tutto la tensione.

 

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