Regia di Brian De Palma vedi scheda film
La donna fatale del titolo è Rebecca Romijn-Stamos, bionda platino che dopo avere beffato i complici in occasione di un mega furto durante il festival di Cannes, se la dà a gambe negli Stati Uniti, dove riesce ad ammaliare un uomo ricchissimo con velleità di ambasciatore (Coyote). Tutto filerebbe liscio se l'uomo non avesse la pretesa di fare l'ambasciatore Usa in Francia, dove la protagonista del film è costretta a non farsi vedere mai in pubblico per evitare una rappresaglia dai suoi ex-soci in "affari". Le cose peggiorano quando un paparazzo squattrinato (Banderas) riesce a scattare una foto alla donna, foto che inevitabilmente viene sfruttata dalla stampa. I complici le sono ormai alle calcagna. De Palma divaga sulla trama moltiplicando immagini, personaggi e complessità narrativa. Nella storia la protagonista ha un doppio, che porta il film a esplorare insistentemente la dimensione onirica, sottolineata dalla molteplicità dei punti di vista osservativi (lo split-screen, gli obiettivi di fotocamere e cineprese, ma anche il mosaico dell'immagine finale). Alla fine, però, il virtuosismo registico infila in un cono d'ombra un film che parte benissimo.
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