Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Ridley Scott torna a raccontare l'antica Roma, fra imperatori folli, gozzoviglie, tradimenti, e soprattutto gladiatori, i sacrificabili della storia.
Questo sequel gioca la partita impossibile con dignità , nel timore reverenziale del primo film, citato a più riprese, e quasi ricalcato nella trama. Questa volta Roma non è "la luce" ma un sogno infranto, una chimera sbiadita, un incubo dal quale fuggire, o magari tornare per inseguire un ideale, che sia di vendetta , di redenzione, o di chissà quale pace. Annone ( Paul Mescal, bravino direi!) è un prigioniero di guerra che grazie al suo talento nel combattere viene reclutato dal compratore di schiavi Macrino ( Denzel Washington bravino anche lui, nel ruolo che richiama l'inarrivabile Oliver Reed) e portato a Roma. Ma una volta giunto nella capitale, tutto cambierà.
Il regista inglese da sfogo a tutta la sua esperienza per ricostruire sontuosamente la lussuria dell'impero romano, dà il meglio di sé nella ricostruzione delle battaglie gladiatorie e non solo ( straordinaria quella di massa della presa della Numidia, ad inizio film) , soprattutto fa sembrare le cose semplici: racconta una storia dalla parabola elementare (perdita/vendetta/rinascita) senza mai perdere di vista il gusto per l'azione, e soprattutto l'uomo in quanto essere umano, i suoi sentimenti, le sue azioni.
Si vive, si combatte e si muore per la gloria, per la libertà , ideali che rendono immortali, e che "riecheggiano nell'eternità".
Citando se stesso a più riprese, il regista riesce a stabilire una continuità temporale, ma soprattutto di intenti , con le imprese di Massimo Decimo Meridio, illudendo lo spettatore che , nelle gesta del gladiatore Annone, possa rivivere e brillare il desiderio di libertà di ogni uomo che si definisca tale.
Vi diranno che de "il gladiatore II" non c'era bisogno, vi diranno che è la solita operazione di marketing, vi diranno che non ci sono più idee a Hollywood. Quello che non vi diranno è che nel Gladiatore II ci sono incredibili lampi di bravura di un vecchio maestro, e c'è il miglior cinema classico degli ultimi 20 anni.
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