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Il gladiatore II

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Il gladiatore II

di Ted_Bundy1979
3 stelle

Una pagliacciata in fotografia super elettronica, e artificiosa CGI alla Scott, ovvero tracimante su ogni altro possibile effetto speciale materiale e senza orge di green screen, del quale egli è stato uno dei pionieri nell'utilizzo, ormai però anche così meccanico e routinario da non credere che ancora possa convincere qualcuno.

Oltretutto veramente stucchevole e addirittura pur con tutti questi milioni, spesso mal fatta. 

Nel complesso la sceneggiatura di David Scarpa è attendibile sull'Antica Roma meno che i film di sandaloni italoamericani che si facevano in CinemaScope a Cinecittà negli anni '50 che però erano belli da vedere, e non più delle avventure di Asterix e Obelix, di Goschinny & Uderzo. Ma d'altronde lo era anche il primo, credo uno dei film più montati dalla pubblicistica, della Storia del cinema quando esso ha cominciato ad essere- tra fine '90 e iniziò anni 2000-, con l'avvento di internet e del digitale,  economicizzato e mercantilistico agli estremi.

Ma almeno c'era una bella colonna sonora di Hans Zimmer, qui no. Poi ho un limite, non mi ha mai convinto Connie Nelsen, per un italiano è come vedere per protagonista una Carol Alt, che però ha avuto culo a Hollywood.

Top del top gli squali bianchi nelle battaglie navali in Colosseo, che bisognerebbe spiegare almeno come con i mezzi del tempo, siano riusciti a portare vivi fin lì. Nemmeno in un film della Asylum, come si suol dire.

Denzel Washington con il pilota automatico, in un personaggio di colore mercante e Gran Maestro di Scuola Gladiatoria, mosso da vendetta personale come tutti praticamente gli altri personaggi del film-e quando non ci sono altri grandi motori narrativi della storia in sede di sceneggiatura-, aspirante ad essere Imperatore di Roma e prima Senatore, ma dal rilievo e spessore quale personaggio malvagio, non superiore a Macchianera nelle strisce con Gambadilegno, il commissario Basettoni, e Manette.

Se come protagonista al posto di Mescal c'era Bobo Vieri- padre o figlio-, il film ne avrebbe guadagnato se non pure in carisma forse in simpatia. A parte Jacobi qui vi è un'aria pure di riciclo degli scarti degli scarti di attori britannici teatranti e cinematografici scuola Old Vic e affini, che almeno avevano da Harris al grande Oliver Reed, lasciato una certa loro impronta nel film precedente.

Qui mancano,, anche costoro. Tre stelle almeno per l'humor (in)volontario.

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