Regia di Registi vari vedi scheda film
Su questo film non voglio dare un'opinione laconica. Desidero raccontare un episodio che è accaduto nella mia scuola quest’anno. Antefatto. Nel novembre del 2006 fu organizzata una Assemblea di Istituto il cui argomento era la droga. Film scelto: “L’erba proibita”, appunto. Segue dibattito. Interviene la professoressa di scienze, la quale espone in maniera esaustiva gli effetti della cannabis, anche terapeutici in determinate situazioni, contrapponendoli a quelli di tutte le altre droghe pesanti. Ebbene, a noi ragazzi tra i quindici e i sedici anni (era una Assemblea del Biennio) il film catturò, se non altro per il linguaggio diretto e chiaro della dialettica. Molti, però, fraintendevano il messaggio del documentario. Tra questi un giovane professore di lettere, che se ne esce urlando furioso: “qui si fa propaganda!”. La protesta del docente additava anche il fatto che, a suo dire, la professoressa di scienze stava “stimolando i ragazzi al consumo della droga”. La vicenda cadde. La storia: quest’anno esce su Repubblica.it uno stralcio tratto da un libro sul rapporto tra le nuove generazioni e la droga. L’articolo trattava di un liceo scientifico dell’Abruzzo, in cui un giovane professore aveva inutilmente protestato contro la presunta diffusione di una “cultura dello spinello” da parte di certi insegnanti che reputano “la propria passione per la cannabis una cultura da diffondere il più possibile, una sorta di lobby della canna”. Potete immaginare le conseguenze. Pettegolezzi, assemblee straordinarie, calunnie, diffamazioni, sfuriate, solidarietà alla povera professoressa di scienze, inganni, querele, procedimenti d’accusa.
Morale della storia: certi temi sono ancora tabù, creano discussioni accademiche in cui le ragioni sembrano sempre ascrivibili ai cosiddetti benpensanti. L’erba proibita è proprio questo: uno schiaffo in faccia a tutti quei presunti savi che si ostinano ad ignorare e snobbare qualunque tentativo di restituire la verità. Al documentario, ben fatto e coscienzioso pur nella partigianeria, hanno partecipato tra gli altri, Dario Fo e Paolo Rossi. Documento prezioso sia a livello sociale che politico, importante e attento.
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